Merlino: sabato sarò a Napoli, con i miei se e i miei ma...

di Mario Michele Merlino

il 26 di questo mese sarò a napoli con il pullman di amici, che hanno richiesto la mia presenza e non appartengono a casa pound. nè io. qualche volta è stato il circolo futurista - e lo ringrazio - ad invitarmi con relativa presentazione di gabriele adinolfi ( se non ricordo male, per 'e venne valle giulia' fosti anche tu presente e relatore ). le ragioni? forse sono troppo vecchio per un movimento così dinamico e capace di proiettarsi verso il domani, le sue dinamiche e le sfide nuove... d'altronde iosono organico solo con me stesso e anche difettoso data la mia estrazione anarco-fascista...ma, come ammoniva il grande timoniere (forse all'ambasciata di berna c'è ancora una mia scheda di ammirazione verso l'estensore del libretto rosso, ma questa è altra vetero-storia) 'c'è molta confusione sotto il cielo'!... 

oh, céline, caro céline!... basta che vo disperdendomi... sarò, dunque, a napoli. con molti se e troppi ma sull'opportunità di una manifestazione che rischia d'innestare quel fascismo-antifascismo così comodo per ogni stagione... può il PD vedere il bacino d'utenza giovanile fischiare gettar fumogeni e pomodori (premessa delle molotov e delle barricate?) mentre, beandosi della menzogna d'essere stato artefice della sconfitta di berlusconi, vota il governo monti, espressione seria e nefasta di una risistemazione del nostro paese sotto l'egida dei poteri globali della finanza? Meglio cantar 'bella ciao' e tirarsi qualche cazzotto, augurandosi che (non) ci scappi il cadavere sull'asfalto... 

allora che ci vai a fare, mi si potrebbe obiettare. oltre tutto sei ridicolo con i capelli bianchi, qualche problemino alla prostata, con la vista da talpa all'uscita della tana e uno stomaco prominente a mo' di ciambella... lo so, lo so, me lo dico da solo! ma fummo noi, forse inconsapevoli o troppo in grande sognando, che demmo inizio ad una avventura, che si mostrò esaltante e pur tragica nostro malgrado. possiamo tradire,dunque isogni che ci resero giovani e gli ideali che ci preservarono liberi, nonostante prima sbarre e chiavistelli e poi l'impietosa anagrafe si sforzarono e tendono ad annichilire? descriveva così robert brasillach ciò che furono e tentammo di essere i giovani fra le due guerre mondiali, tentati dal fascismo 'immenso e rosso', e a testamento a valle giulia e dintorni: 'spirito anticonformista per eccellenza, antiborghese sempre, irriverente per vocazione'... 

sarò a napoli e lo sarò perchè mi turba pensare - non mi scandalzza, va da sè - che siano un sindaco magistrato e uno scrittore già capo del servizio d'ordine di piazza a farsi promotori del diniego. infine diceva un filosofo di cui - grave pecca - non ricordo il nome: 'voglio morire quando sono ancora vivo'. e, lo confesso con tanta retorica e troppo esibizionismo, il mio cuore batte a rilento lontano dalla piazza...