Il Blocco studentesco contro i tagli all'edilizia: 30 manichini sepolti dalle macerie
Azione contro tagli all'edilizia scolastica da parte del Blocco studentesco, il movimento giovanile di CasaPound., con manichini sepolti da macerie in oltre 30 scuole di Roma per denunciare la mancanza di sicurezza degli istituti scolastici.
Dal liceo Giulio Cesare al Mamiani passando per il Virgilio, il Righi, il Convitto, e il Farnesina: manichini sepolti dai calcinacci e mattoni macchiati di sangue di fronte ai cancelli di oltre 30 scuole della capitale questa mattina, per protestare contro i tagli all'edilizia scolastica e per denunciare la mancanza di sicurezza degli istituti. Intorno alla 'scena del crimine', transennata da nastri rossi e bianchi, i volantini del Blocco studentesco, il movimento studentesco di CasaPound Italia recitanti “La nostra scuola cade a pezzi!” e “Cosa aspettate, il prossimo morto?”.
''Un'azione di forte impatto per ricordare che la nostra scuola cade a pezzi e che a scuola si arriva addirittura a morire”, afferma Daniele Castellani, responsabile e prossimo candidato del Blocco Studentesco alla presidenza della Consulta Provinciale degli Studenti di Roma.
“A un giorno dall'anniversario della morte dello studente di Rivoli a causa del crollo del controsoffitto della propria scuola – continua Castellani - abbiamo voluto ricordare a studenti, presidi, professori e soprattutto politici che oltre i 2/3 degli istituti non sono a norma, che gli edifici sono insicuri e privi di autorizzazioni e che,
invece di intervenire, si tagliano ancora i fondi per l'edilizia scolastica, in attesa probabilmente dell'ennesima tragedia annunciata”.
''Un'azione di forte impatto per ricordare che la nostra scuola cade a pezzi e che a scuola si arriva addirittura a morire”, afferma Daniele Castellani, responsabile e prossimo candidato del Blocco Studentesco alla presidenza della Consulta Provinciale degli Studenti di Roma.
“A un giorno dall'anniversario della morte dello studente di Rivoli a causa del crollo del controsoffitto della propria scuola – continua Castellani - abbiamo voluto ricordare a studenti, presidi, professori e soprattutto politici che oltre i 2/3 degli istituti non sono a norma, che gli edifici sono insicuri e privi di autorizzazioni e che,
invece di intervenire, si tagliano ancora i fondi per l'edilizia scolastica, in attesa probabilmente dell'ennesima tragedia annunciata”.
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