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Destra, sinistra, gli interrogativi di Vattimo e la voglia di terza via


Leggo sulla pagina Facebook dei "Lettori di Diorama e Trasgressioni" una segnalazione interessante.

«Sarebbe stato bello discuterne anche con un intellettuale di destra: Marcello Veneziani, o Marco Tarchi, di cui leggo con attenzione Diorama Letterario. O Massimo Fini, che si spaccia per uno di destra e, se questa è la destra, ce ne fossero... O Franco Cardini. Anche se, settariamente, sono convinto che una cultura di destra non sia esistita per anni, in Italia. Colpa degli editori come Einaudi? E chi sono i pensatori di destra? Il rivoluzionario Nietzsche, che io ho studiato per anni? Ed esiste una rivoluzionarietà di destra?». Così Gianni Vattimo ieri a Torino, all'incontro «La cultura di destra. Secondo Furio Jesi, a settant'anni dalla nascita», in occasione di «Portici di carta» (a cura del Salone del Libro) e della riedizione del celebre saggio di Jesi del '79 Cultura di destra (Nottetempo). Incontro di cui Vattimo è stato relatore insieme a Giovanni De Luna.
La prima replica è di Giorgio Vitali, valida e concreta personalità della sinistra nazionale:

IL VERO RISCHIO, IN QUESTI CASI, è LA STORICIZZAZIONE. VATTIMO, CHE è UN ACCADEMICO, E NON UN UOMO POLITICO, GIUSTAMENTE fa alcune considerazioni, esprime certe idee. Tuttavia si dovrebbe cominciare col distinguere. Intanto le categorie di destra e di sinistra NON sono valide per l'analisi del periodo che va dal 1945 ad oggi. Qui c'è un equivoco di fondo che continua a persistere, ed è l'autodefinizione che a partire dal M.S.I. molti esponenti di una certa politica nazionale si sono dati. POI si dovrebbe elencare tutti gli elementi, costituenti i filoni culturali sviluppatisi nell'ambito di quella che si autodefiniva "destra" e riscontrati di una certa validità dal punto di vista documentale, e stabilire dove collocarli. Per questa operazione il più adatto è sicuramente Veneziani, perchè in un modo o nell'altro li ha TUTTI SFIORATI.
Il tema non è nuovo. Ciclicamente militanti di area mi contestano la qualificazione di destra che spesso uso a scopi sintetici e didascalici. Particolarmente attenta al tema una componente forzanovista che rifiuta questa collocazione in nome della "terza via". E' di qualche settimana fa un contributo abbastanza articolato di Davide Pirillo, segretario calabrese, sul forum regionale di Forza nuova. Dopo una digressione storica sul Msi Pirillo entra nel vivo della questione:

"In tutto il mondo destra è sinonimo di reazione, conservatorismo, difesa del sistema capitalistico, liberismo e liberalismo, con una certa accondiscendenza ai disvalori massonici ed al sionismo. Se valutiamo questa osservazione, dobbiamo fare i conti anche con la definizione estrema destra usata da sempre per etichettare il nostro mondo politico, questa definizione è per noi mortale, confonde le idee e la percezione popolare su di noi. Estrema destra, vale a dire, un peggiorativo di tutto quello che ho appena elencato. Per questo noi dobbiamo con fermezza rigettare tale etichetta, prendendo coscienza che è un “ghetto” in cui vogliono farci scivolare per renderci sterili e poco incisivi, come hanno fatto con i camerati della base (ignari ed in buona fede) dal '45 fino alla cosiddetta svolta di Fiuggi, dove finalmente il bozzolo della pianta carnivora s'è schiuso per evolversi in AN e PDL poi, recidendo per sempre i lacci dell'inganno perpetrato ai nostri danni, tutti i mali non vengono per nuocere. Se noi valutiamo la giusta forma che sta assumendo il nostro cosmo politico oggi, che si avvia (anche se a fatica), verso la formazione di una piattaforma programmatica che tiene contro di tre elementi: Socialismo, Nazionalismo (nella sua eccezione costruttiva) e Cristianesimo, assumiamo forma sempre più rivoluzionaria, dove sempre meno centriamo con la destra.Non arricciate il naso se accosto Nazionalismo e Socialismo al Cristianesimo, che intendo nella sua forma di devozione popolare, intima alla povera gente, quindi non clericale. Esiste oggi, una nazione dove ciò è avvenuto trasformandosi in rivoluzione, creando un esempio di contemporaneità delle nostre idee, mi riferisco alla rivoluzione bolivariana del Venezuela con Hugo Chávez, che ha lanciato di recente le basi di un socialismo: antimarxista, nazionale e cristiano; a voi chiedo cosa era il fascismo storico (cosa?), se non un socialismo nazionale, antimarxista e cristiano. Dobbiamo tornare a parlare al cuore della povera gente, dei cittadini onesti, degli sfruttati, degli ultimi, e tutto questo non si fa con gli stereotipi dell'estrema destra all'evoliana maniera. Dobbiamo ritornare alla cultura del fare, del sociale e del soccorso popolare, e tutto questo non si fa dal “ghetto e dalle fogne”. Il primo passo per farlo è prendere coscienza che non siamo di destra (estrema destra, ecc.), noi siamo oltre perché in noi i germi di una rivoluzione, in noi il bollore febbricitante di chi ha rotto con gli schemi".
Agli stessi valori cristiani si è del resto ispirato un'iniziativa dei forzanovisti napoletani che hanno organizzato un gazebo a piazza Augusteo per protestare contro la blasfema campagna pubblicitaria di Sky sport che mischia il sacro e il profano. Ma questa, devo dire, mi sembra una cosa molto di destra.

4 commenti:

  1. La destra è il desiderio di eccellenza, del riconoscimento agonistico della propria nazione all'estero, dell'autosufficienza, del premiare i migliori, dell'essere grandi. Destra è divenire esempio non prendere esempio. Destra è emulare per migliorare, inventare per primeggiare. Destra è il cinismo etico del pragmatismo efficace. Essere di destra significa voler stupire per ciò che si è e non chiedere nulla a nessuno.

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  2. Tarchi, M. Fini, Cardini ed anche Veneziani sono fiori di intellettuali. L'altra è il solito luogocomunismo anti demo-pluto-giudaico -massonico che si commenta da solo...

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  3. Le uniche categorie a cui ci si può riferire sono capitalismo ed anticapitalismo e non c'è una terza via. Le ideologie del passato sono salme putrefatte e chi si ostina a portarsele addosso si autocondanna, GIUSTAMENTE, al rifiuto sociale ed all'isolamento!

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  4. Anticapitalismo solo attraverso il socialismo e l'antimperialismo!
    per tutto il resto leggete Lenin!

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