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Il sottile gioco del distinguo dei fratelli La Russa

Romano La Russa con il presidente Formigoni e il barone Jonghi Lavarini

Il nuovo motto della destra post fascista dentro il Pdl : "Rinnegare e non restaurare" di Giuseppe Parente

Non rinnegare, non restaurare. Queste quattro parole erano sufficienti a Giorgio Almirante, per tracciare il cammino del suo Movimento Sociale Italiano, per segnare la strada da seguire al servizio di un’idea. Per molti ex combattenti della seconda guerra mondiale per tanti repubblichini il non rinnegare, non restaurare era già una mezza sconfitta.
La strada del non rinnegare, non restaurare, negli ultimi decenni, più volte è stata abbandonata proprio da coloro ai quali l’ex leader missino l’aveva instancabilmente indicata.

Il mese di settembre, è un mese particolare per la storia della destra post fascista, e tanti ex colonnelli di quel che fu il Movimento Sociale prima Alleanza Nazionale poi, in occasione dell’otto di settembre rilasciano dichiarazioni che sono in netto contrasto con il motto del non rinnegare, non restaurare.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intervenendo, al parco della Resistenza, alla celebrazioni della difesa di Roma dell’otto settembre ha dichiarato : “ la colpa del regime fascista è stata quella di aver contrapposto i valori della patria e della nazione a quelli di libertà e di democrazia.
Per il sindaco, l’otto di settembre, non rappresenta più la morte della Patria, come si sosteneva nella sezioni missine ma bensì rappresenta la rinascita della patria grazie al prezioso contributo di militari e civili che presero le armi in condizioni davvero difficili.
Un altro campione di coerenza ideale è il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il quale tre anni fa, andò alle celebrazioni dell’otto settembre ed inneggiò ai fascisti della Repubblica sociale di Salò che hanno combattuto per una causa, dal loro punto di vista nobile e coraggioso.
Invece quest’anno il buon Ignazio, presente al Parco della Resistenza di Roma, ricorda i militari ed i civili che si schierarono dalla parte della libertà contro i tedeschi e contro i fascisti, precisando inoltre che quei soldati hanno difeso la nostra nazione.
Il ministro della Difesa, precisò inoltre che chi non seguì il messaggio di Badoglio fece la scelta giusta, evitando di precisare che grazie all’armistizio firmato da Badoglio si determinò il passaggio di fronte degli italiani ed  i presupposti che portarono alla creazione della Resistenza.
Le dichiarazioni di La Russa, potrebbero lasciare un attimo confusi tanti elettori e simpatizzanti di quel che fu l’allora Movimento sociale Italiano divenuto poi Alleanza Nazionale, ma è giusto ricordare come il ministro della Difesa La Russa, di fronte al governo ed ai poteri forti deve esprimere concetti sempre politicamente corretti, per cui dimentica o sacrifica la sua militanza neo-fascista , ed è preso dalla stessa sindrome rinnegatoria  del suo ex amico e segretario nazionale del partito Gianfranco Fini.
D’altronde in occasione dei 150 anni della storia di Italia, che cosa poteva fare un ministro della difesa se non elogiare la resistenza al nazi-fascismo accompagnato da una retorica eccessivamente patriottica su ciò che fu il nostro Risorgimento? Quale altra migliore dichiarazione politicamente corretta poteva citare l’ottimo Ignazio?
Per l’amore di Dio, cambiare idea è consentito e può anche essere giusto, ma non cosi in fretta. Gli ex alleati nazionali dovrebbero decidere se l’otto settembre è la morte della patria o della nazione, d’altronde sono passati 68 anni da quel lontano 1943.
In formale contrasto con le dichiarazioni del fratello Ignazio, da perfetto giocatore del gioco dei falsi distingui per cercare di mantenere nell’alveo del centro destra governativo voti di fascisti e neofascisti l’assessore alla protezione  civile della Regione Lombardia, Romano La Russa, ospite di una trasmissione radiofonica denominata La zanzara, rilegge la storia su Radio 24 affermando che “ piuttosto di dire che il fascismo è il malo assoluto di farei ammazzare” colpendo con un perfetto colpo degno di un grande pugile, l’ex amico e camerata Gianfranco Fini affermando inoltre che il sostenere che il fascismo è il male assoluto è una cosa da idioti.
L’ottimo assessore regionale, guarda la stazione Centrale di Milano e pensa che il fascismo ha lasciato qualcosa alla nostra società, mentre tra cento anni cosa i milanesi ricorderanno di Andreotti, di Craxi e di Rumor? Nulla anche perché nulla hanno lasciato, nessuna traccia di loro.
Sulla questione fine del fascismo da perfetto alleato nazionale dichiara :” tutta colpa della disgraziata alleanza con la Germania, se non ci fosse stata Mussolini sarebbe morto nel suo paese di vecchiaia, riverito da tutto…
Ad una perfida domanda del buon conduttore sugli arresti e le persecuzioni durante gli anni del regime, Romano La Russa cosi risponde :” insignificanti, meno di quanto stanno subendo alcuni uomini politici di grande spessore in questo momento in Italia. La persecuzione di Berlusconi è molto peggio di quanto non abbiano subito alcune vittime del fascismo negli anni 20.
I rinneganti e non restauranti dell’ex mondo politico del Movimento Sociale Italiano divenuto poi Alleanza Nazionale, sono diventati viceversa campioni nel restaurare un demo-cristianesimo di comodo attraverso continui richiami alla cultura del popolarismo europeo, concetto quanto mai vago.
In questo modo, gli allievi di Almirante hanno rinnegato ciò che poteva essere fieramente riaffermato e restaurato ciò che viceversa hanno sempre combattuto e che poteva essere oggetto di un superamento grazie anche alla forza dei consensi acquisiti.
Da Gasparri a La Russa passando per Alemanno sono diventati tutti campioni  nell’arte del compromesso, del politicamente corretto, perdendo qualsiasi traccia identitaria e distintiva.
Alemanno è un moderno liberale come Berlusconi o Casini, persino il pluri rinnegato Fini, colpevole agli occhi dei suoi ex camerati di aver tradito Berlusconi e non la dottrina politica del Msi, è da considerare social-democratico, capace di rappresentare le ragioni di una sinistra moderata in maniera migliore rispetto a quanto fa Bersani.
Un antico proverbio afferma : è triste quel maestro che non si lascia superare dall’allievo..Giorgio Almirante i  tuoi allievi cambiando strada ti hanno superato….

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