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L'attacco alla Norvegia: quello che mi è sembrato di capire-1

(umt) Reduce dalla doppia intervista televisiva (uno mattina, tg sky 24) credo sia giunto il momento di tentare una provvisoria sintesi di quello che mi è sembrato di capire sulla questione. Il testo è un po' lungo e quindi lo spezzo in due post. Qui potrai leggere la seconda parte.
 L'attacco alla Norvegia è un evento eccezionale per molti aspetti. Per le proporzioni dell'omicidio di massa (il più grande dell'epoca contemporanea), per la complessità organizzativa che ha combinato le diverse modalità della strage indiscriminata e del cecchinaggio cioè come a Oklahoma city e a Columbine, per la figura del protagonista, capace di una lunga attività preparatoria e di aver elaborato un complesso documento a sua volta anticipato da un video su you tube che annunciava il passaggio alla lotta armata senza che nessuno si preoccupasse. 
Ma soprattutto perché, a dieci anni dall'offensiva del terrorismo islamico, il più grave attentato di occidentali contro occidentali è stato compiuto da un conservatore cristiano, iscritto alla massoneria, ossessionato dal marxismo culturale (che è un concetto un po' più raffinato e vicino alla realtà effettuale del 'comunismo' di cui taluni ossessionati cianciano chez nous], dall'Islam e dalla multiculturalità, non come si sarebbe voluto pensare da qualche conventicola più o meno nazista, in un paese come la Norvegia dove sono storici gli intrecci tra sottoculture giovanili metallare, religiosità pagane e mitologie nordiche, due elementi questi ultimi che hanno giocato un ruolo significativo nella corrente storica del nazismo cosiddetto magico. 
Ciascuno di questi aspetti merita qualche riga di approfondimento e di riflessione e comincerò proprio dalla fine. Perché la nazisteria norvegese ha solide tradizioni di violenza che vanno dalla vicenda del musicista metal Varg Vikernes, in arte Burzum, una one man band, condannato per omicidio di un collega (e il rogo di alcune chiese) all'inizio degli anni 90 e scarcerato da un paio di anni all'esperienza dei Bootboys, una gang urbana di stile skin, responsabile di pestaggi omicidi ai danni di giovani stranieri ma anche di rapine di autofinanziamento e di attentati. Ma con il “padre di tutti gli omicidi di massa” tutta questa storia di violenza e di subculture giovanili venate di rosso e di nero non c'entra proprio niente. E sottolineo, a scanso di equivoci, già reiterati: NIENTE
A me pare evidente che la divaricazione delle due estreme destre abbia raggiunto con la tragedia norvegese il suo zenith. Da una parte, infatti, continua il declino, la perdita di peso specifico e di autonomia delle “vecchie” destre specificamente fasciste che anche in Italia sono state in gran parte assorbite nella maggioranza di governo. Dall'altra si conferma la tendenza a incasellare successi elettorali, ben oltre la cifra doppia, da parte delle “nuove” destre xenofobe, antislamiche, identitarie: dalla Finlandia all'Olanda, dalla Svizzera all'Austria, dalla Francia alla Norvegia. E i recenti contraccolpi della Lega in Italia, che ha sopravvalutato la capacità del suo elettorato di inghiottire pallottole di merda, non devono trarre in inganno sulla sua forza e tenuta sostanziale. Anders Breivik è stato un quadro del partito del progresso, che non era ancora la corazzata odierna (seconda forza parlamentare) ma avevo lo stesso impianto politico della Lega nostrana. E infatti arriva Borghezio, che è insopportabile e odioso per diecimila ragioni, ma ha il pregio di parlare chiaro, e rivendica la condivisione del patrimonio ideale che ha armato il superkiller da parte della corrente mainstream della destra xenofoba, antislamica, occidentalista che in Italia ha il suo lare in Oriana Fallaci mentre coprono il ruolo di giannizzeri due piemontesi di razza come lo stesso Borghezio e la sottosegretaria di Cuneo. (1-continua)
PS A proposito di Burzum il mio "esperto di settore" mi segnala quanto segue: 
il Vargsmal di cui parla Bonini nell'intervista con te è stato scritto da un ragazzo di 20 anni costretto a condividere la prigione con l'80% di immigrati di colore... evidentemente certe forzature (igiene razziale, eugenetica) erano segno dell'età e dell'estremismo musicale giovanile...comunque per quello che so in prigione ha letto molto sulla mitologia nordica, gli erano vietati testi politici: non credo conoscesse de Gobineau, Gunther, Rosenberg, Evola ecc...ma ha potuto dedicarsi anche in prigione alla musica con brani di sola tastiera e sintetizzatori. Certo la sua è una visione pagana della vita, infatti in alcune copertine dei suoi album compaiono scene contadine o di forestee paesaggi nordici. Nelle sue canzoni non parla mai di politica, ma di mitologia nordica che conosce molto bene. Ora vive in una fattoria a Bo, vicino Skien, è sposato con una donna francese, 2 figli, è appena uscito con un nuovo cd "Fallen" non fa politica attiva, ma resta un nazionalista pagano.

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