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Attacchi alla Norvegia, i retroscena/2: per Larouche è il nuovo 11 settembre

(umt) Lyndon LaRouche è una personalità interessante, un autentico talento del cospirazionismo. Leader negli anni Settanta di una conventicola troskista presente anche in Italia (con la sigla di Partito operaio europeo), pur mantenendo un suo personale impegno da record (otto candidature consecutive alla Casa Bianca con la partecipazione alle primarie dei democratici), ha finito per spostarsi sul filo di una crescente paranoia su posizioni di estrema destra, a partire dal sostegno dato dalla campagna reaganiana sullo scudo spaziale. Condannato nel 1988 per cospirazione e frode fiscale è stato scarcerato nel 1994 dopo la grazia ricevuta da Clinton. Questo il comunicato diffuso dal suo Movisol (Movimento Solidarietà) con un'analisi che collega la strage di Oslo e le Twin Towers in uno scenario di cospirazione finanziaria internazionale. In Italia i documenti del suo Eir sono spesso citati da un esgeta di complotti come Maurizio Blondet.
.Un nuovo 11 settembre come trampolino per la dittatura
26 luglio 2011 (MoviSol) – L’attuale sistema finanziario ha esaurito le opzioni e perciò “si è deciso di muoversi verso una dittatura”, ha dichiarato Lyndon LaRouche in una discussione con alcuni collaboratori il 23 luglio. Riferendosi in particolare al sistema di salvataggio dell’Euro (e del sistema transatlantico) deciso al vertice di Bruxelles (vedi sotto), LaRouche ha sottolineato che non c’è modo che quel sistema possa funzionare, perché il tasso di aumento del debito in rapporto agli asset che lo sostengono è tale da rendere il debito insostenibile. L’amministrazione Obama e l’oligarchia britannica ne sono ben coscienti e hanno deciso di muoversi verso una dittatura come unico modo per mantenere il sistema.
È in questo contesto che occorre considerare l’ondata di attentati e minacce terroristiche della scorsa settimana, culminata nel massacro di Oslo (vedi sotto). Questa serie di sviluppi ricorda il periodo che va dal gennaio al settembre 2001, quando diverse minacce e attentati servirono a mascherare i preparativi per ciò che divenne l’undici settembre.
Nel gennaio 2001, LaRouche aveva denunciato la possibilità di un incidente di tipo “incendio del Reichstag”, sulla base di un’analisi del carattere della nuova amministrazione Bush e della sua propensione all’introduzione di metodi da stato di polizia. Successivamente, durante la primavera e l’estate di quell’anno, una serie di provocazioni tra cui la minaccia di ecoterrorismo a Washington, spinsero LaRouche a denunciare l’imminenza di un possibile attacco di guerra asimmetrica, che si verificò nella forma dell’attacco del 9/11. L’obiettivo era la dittatura negli Stati Uniti, e ci siamo arrivati molto vicino.
Ora, dal punto di vista dei controllori del Presidente Obama, la situazione è molto più disperata. I fatti della scorsa settimana evidenziano che la situazione del debito è fuori controllo sia negli USA che in Europa, e può esplodere in ogni momento. Le varie “soluzioni” approntate, tutte a difesa del sistema oligarchico, non possono riuscire, ma hanno creato condizioni di accresciuto caos e instabilità.
Da questo punto di vista va considerata la serie più recente di attentati e minacce. Oltre al terribile massacro di Oslo del 22 luglio, Mumbai è stata nuovamente bersaglio di bombe terroristiche e negli USA è stata messa in allerta la sicurezza per il pericolo di un attentato imminente alla metropolitana di New York. Il 23 luglio si sono verificate almeno quattro importanti sparatorie, in cui uomini armati di fucile hanno aperto il fuoco sulla folla. Inoltre, da fonti di intelligence oltremare è stato raccolto un dossier di informazioni e indizi anche tratti dai documenti trovati in Pakistan, che contribuisce a creare un clima simile a quello che precedette gli attacchi dell’11 settembre.
Come illustra chiaramente il caso del 9/11, la serie di “minacce credibili” attivate non solo prepara il clima, ma maschera anche le vere intenzioni strategiche. Attivando una serie di potenziali minacce da angoli diversi dalla vera fonte della minaccia, si creano le condizioni sia per l’azione che per la copertura della stessa.
Il 23 luglio, Lyndon LaRouche ha ammonito: “I fatti cruciali degli attacchi del 9/11 furono insabbiati dall’amministrazione Bush, e quell’insabbiamento è continuato con Obama. Se condoniamo questo insabbiamento, non facciamo che invitare altro terrorismo”. LaRouche ha anche chiesto agli americani di vigilare per impedire un colpo di stato negli USA, perpetrato dall’ufficio del Presidente Obama.

12 commenti:

  1. Scusa tanto Tassinari, ma pochissimi anni fa Lyndon LaRouche parlò a Roma: "Venerdì 23 luglio 2000 l'economista e candidato democratico americano Lyndon LaRouche ha presentato la sua proposta per una "nuova Bretton Woods" ad una conferenza che si è tenuta a Roma, alla Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati. LaRouche è stato invitato dall'on. Giovanni Bianchi (PPI), relatore del disegno di legge sulla remissione del debito nei confronti dei paesi più poveri".

    Poi, ospite di Rifondazione Comunista - non conosco la data - sempre alla Camera:"L'economista e leader democratico americano Lyndon LaRouche (a destra) ha parlato il 13 febbraio nella Sala del Cenacolo della Camera sul tema “le questioni aperte nella politica interna estera degli USA dopo le elezioni di medio termine”. L'incontro si è tenuto su iniziativa dell'on. Andrea Ricci, membro della Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. Nella foto Liliana Gorini, vicepresidente del Movimento Solidarietà, l'on. Ricci e il capogruppo di Rifondazione Gennaro Migliore".

    Di nuovo a Roma nel 2007: "Il 19 e 20 settembre l'economista e leader democratico americano Lyndon H. LaRouche è stato nuovamente a Roma per presentare alla Camera ed al Senato il suo disegno di legge su come uscire dalla crisi dei mutui ad alto rischio (subprime) evitando una grave crisi sociale negli Stati Uniti.

    La sua visita, la terza a Roma quest'anno, ha messo in rilievo un grande interesse in Italia per il suo disegno di legge, sia tra parlamentari dei due schieramenti che esponenti del governo".

    Cristo santo, come fai ad appiccicare a quest'uomo l'etichetta di estrema destra? Io provengo dalla sinistra comunista, sono fraternamente amico del bordighista Cesare Saletta (conventicolare anche lui!) che a sua volta è fraternamente amico di studiosi revisionisti complottisti e non complottisti di estrema sinistra e di estrema destra... come possiamo fare? Siamo dei mostri?

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  2. Andrea, scusa, ma il fatto che abbia partecipato a eventi organizzati da Rifondazione non lo qualifica certo come esponente di sinistra.
    Anche perché con la stessa logica (sbagliata) a me danno del fascista perché accetto il confronto con CasaPound, Forza nuova, Merlino ...

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  3. D'accordo Ugo, ma stai fingendo di non capire... Lyndon LaRouche è uno sfegatato ammiratore di FDR (Roosevelt): questo dal punto di vista culturale e della formazione, oltre che della critica - tutta americana in questo caso, direi, interna ad essa - al capitalismo finanziarizzato. Il suo allievo e compagno di strada è Tarpley, amico di Blondet e conoscitore profondo degli apparati interni al complesso militare-industriale-finanziario statunitense, oltre che consigliere ascoltato di ambienti non filoamericani dell'intelligence francese e russa... Tarpley effettuò l'indagine commissionata da Zamberletti sull'assassinio Moro.
    Il problema di Tarpley e di LaRouche è che credono alla permanenza egemonica dell'intelligence britannica sugli Usa... su questo non sono in grado di esprimermi, ma essendo blondettiano, propendo per altre ipotesi.

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  4. Essendo di formazione operaista sono propenso a pensare che New deal e terzo reich siano le due risposte possibili del capitale alla crisi catastrofica del 29. Né più né meno.
    Avendo condiviso con il mio amico e maestro Oreste Scalzone le polemiche con i dietrologi e i criptocrati continuo a pensare che l'attenzione spasmodica alle dinamiche del governo invisibile sia invece tutta interna a una visione cospirativa della storia che è, ribadisco, di destra, a prescindere dalla tessera che si porta in tasca o nel cuore.

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  5. Infatti mi avete costretto ad andare a destra... e così il cerchio si chiude. Condivido, paradossalmente, il lungo secondo periodo: fecondità della cultura di destra e miopia (meglio: cecità) della cultura di sinistra, figlia, peraltro, delle stesse forze che hanno prodotto la modernità e la sua dissoluzione odierna.

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  6. Bene, Alessandra, così è tutto più chiaro! E' tutto un viavai fra di noi!

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  7. Questo mi pare essenziale, ed esaustivo (anche per molte sorie del passato).

    Da questo punto di vista va considerata la serie più recente di attentati e minacce. Oltre al terribile massacro di Oslo del 22 luglio, Mumbai è stata nuovamente bersaglio di bombe terroristiche e negli USA è stata messa in allerta la sicurezza per il pericolo di un attentato imminente alla metropolitana di New York. Il 23 luglio si sono verificate almeno quattro importanti sparatorie, in cui uomini armati di fucile hanno aperto il fuoco sulla folla. Inoltre, da fonti di intelligence oltremare è stato raccolto un dossier di informazioni e indizi anche tratti dai documenti trovati in Pakistan, che contribuisce a creare un clima simile a quello che precedette gli attacchi dell’11 settembre.
    Come illustra chiaramente il caso del 9/11, la serie di “minacce credibili” attivate non solo prepara il clima, ma maschera anche le vere intenzioni strategiche. Attivando una serie di potenziali minacce da angoli diversi dalla vera fonte della minaccia, si creano le condizioni sia per l’azione che per la copertura della stessa.

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  8. Una considerazione per Ugo.
    La destra si differenzia dalla sinistra, tra le altre cose, perché nel leggere la deambulazione pone più l'accento sulle giunture che sul movimento. E viceversa.
    Il fatto è che non c'è movimento ambulatorio senza giunture; ma non c'è neppure con le sole giunture.
    Destra e sinistra talvolta si sforzano a negare la parte che sentono istintivamente di meno, ma sbagliano. E' importante cercare di comprenderle tutte e nella loro interazione. Io che sono sicuramente "dietrologo" (e che ho sempre più l'impressione di esserlo troppo poco) mi sono sforzato per anni a spiegare come certe azioni e certe funzioni siano comunque dettate dalle necessità sistemiche e, in fondo, da queste dipendano.
    A differenza dei complottisti io non credo che la storia e nemmeno l'attualità siano l'effetto del disegno di un pugno di disegnatori. Ma questo non significa che coloro che esercitano un potere a diversi livelli non lo facciano con mentalità e metodi precisi e utilizzando fumogeni. Non per le ragioni solitamente espresse dai complottisti ma per rispondere alle necessità di espressione e di mobilitazione dettate in quel momento dal sistema.
    Ne deduco che destra e sinistra, quando si differenziano nella lettura della storia, lo fanno per esaperazione di un dato e per atrofizzazione di un altro. Insomma, quando si fissano, toppano.
    Dal che - pur non potendomi pronunciare dovutamente sul personaggio - direi che Larouche probabilmente non è definibile di destra e neppure di sinistra.
    Oppure, forse, lo si può definire come un eretico di sinistra. Ma questo rischierebbe di rendermelo eccessivamente simpatico.

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  9. "Faccio Alessandra": d'accordissimo con Adinolfi.
    Per le considerazioni sistemiche sono sulla scia di Philippe Grasset (dedefensa.org)che mi pare Adinolfi, da come scrive, conosca bene.

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  10. Veramente il Capitale (inteso per quel che è tecnicamente ) ha tutto da perderci con operazioni come quelle statunitensi e tedesche nel 29.
    I "capitalisti" invece tutto da guadagnarci.

    Credo poi sia illogico affermare che la sinistra non abbia una concezione cospirativa quando è essa stessa tale prassi cospirativa.


    Ora...

    Sul piano delle analisi possibili di questa congiuntura sarebbe poi necessario tener presente in che fase dell'umanità ci si trova , la sola oltretutto in cui la politica per come la intendiamo abbia senso, ed anche valutare il fattore tempo e la sua incalzante accelerazione.
    Ciò presente è imperativo rendersi conto che il "piano" del conflitto non è affatto orizzontale ma assiale.

    I socialismi( distributisti, progressisti, nazionalisti,laicisti ) si contrappongono alle monarchie( mercantiliste, conservatrici, imperialiste,teiste ).
    Questi ultimi,sconfitti,o si sono andati estraniandosi dal contesto politico effettivo o si sono riciclati tradendo in vario modo, e questo è interessante.

    Ahinoi tali destre e tali sinistre rimangono ad ogni modo sovversive ed anti-Tradizionali.

    E' allora irrilevante perder tempo a stabilire se Larouche sia fascista o no, soprattutto se le sue idealità , a partire dall'idiozia sul signoraggio, sono inapplicabili.
    Molto meglio ritenerlo un asservito, che lo sia o non lo sia; risulta difatti molto più comodo.

    I fascisti, in tutto questo, soprattutto Dugin per il momento attuale, sono degli impostori, come lo sono stati tutti i vari tentativi per "saggiare" le possibilità a cui si era giunti nella loro specialità hegeliana: il sincretismo.

    Larouche non mi sembra capace né desideroso di tanto, sinceramente...

    saluti, Daouda

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  11. Mi piace ricordare Berlinguer, che nel corso di una tribuna politica televisiva, rispondendo ad una domanda precisa di un giornalista, circa il partito operaio europeo, disse che bisognava capire prima di tutto chi fossero e che cosa volevano.Ci provo io nel definire La Rouche e i suoi accoliti: una setta di eretici, con una fissazione maniacale, su un presunto ruolo decisivo nella politica internazionale della Gran Bretagna e della sua casa regnante.Sinceramente prediligo Blondet, molto più serio, coerente, documentato.Io reputo che Churchill sia stato il becchino dell'impero britannico e che il ruolo della perfida Albione nel dopo guerra, sia ben poca cosa. Ci sono forze ben più occulte (ma non per chi sa documentarsi)che agiscono dietro le quinte. Lasciamo i settari alle loro seghe mentali, quelle di La Rouche sono masturbazioni mentali. TV

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