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Toni, Silvio e il travaglio di Marco

(umt) Solo un fissato come me (alla notizia della morte di Bin Laden ho sorriso al pensiero che anche oggi c'è roba interessante da scrivere per il blog) può capire lo stress di Marco Travaglio a cercare ogni giorno uno spunto nuovo contro Silvio. Ma anche in una campagna giornalistica condotta con toni e metodi da guerra giusta, cioè con la convinzione del crociato e l'obiettivo di sterminare il nemico, c'è, ci dovrebbe essere un limite.
Così non si può accettare che un titolo annunci "Negri strizza l'occhio a B." e poi leggere che le esternazioni del professore risalgono al 2003 (ai tempi dell'arresto di Previti) e al 2009 (caso D'Addario). E dov'è la notizia?
Anche nel merito delle citazioni ci sarebbe da ridire: pe r chi ha un minimo di conoscenza del pensiero negriano capisce immediatamente che il paragone, sottolineato da Travaglio, tra imputati del 7 aprile, Craxi e Berlusconi, non sta nella soggettività dello status di perseguitati ma nella continuità oggettiva del dispositivo di uso della giustizia come proseguimento della guerra (politica) con altri mezzi mirante, appunto, alla distruzione del nemico. E sui temi dell'emergenza giudiziaria il professore ha cominciato a lavorare già prima del '77. Almeno dal saggio pubblicato su "Critica del diritto" nel 1976....

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