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Tra le femministe del Sud e Anna Lamberti-Bocconi prevalgono le ragioni del dialogo

(umt)Abbiamo dato ampio spazio sia alla (eccellente) performance di Anna Lamberti-Bocconi (di cui sono notoriamente un fan: qui la versione integrale di oltre 40 minuti, ma non è per niente una pena) all'atelier occupato dai disobbedienti romani sia alla successiva polemica innescato da un blog di femministe meridionali e che ha visto fascisti e antifascisti tozzi uniti nella condanna. In questo caso, però, la cocciutaggine di ALB nel difendere le sue ragioni artistiche contro il dogmatismo antifà l'ha spuntata, grazie anche alla diversa sensibilità umana delle donne del Sud, e quindi vi invito a leggere il post finale della principale animatrice della querelle, nickname fikasicula:

Su questo blog era stata pubblicata una nota che parlava dell’ultimo poemetto di Anna Lamberti Bocconi, anzi della presentazione di questo poemetto in un centro sociale romano. La nota era stata oggetto di vari commenti, critiche, opinioni, diverse tra loro, tra le quali quelle che sancivano la scelta di non ritagliare spazi di empatia con realtà neofasciste e quelle che guardavano all’opera da un punto di vista prettamente più artistico.Anna, è rimasta ad ascoltare, ha espresso il suo punto di vista ma le ho chiesto di chiarirlo fino in fondo, perchè nessuno si sarebbe sognato di dire che il film di Lucchetti, Mio fratello è figlio unico, e il film American History X avessero l’intenzione di offrire qualche giustificazione ai contesti narrati, o nessuno si sarebbe sognato di definire “Romanzo Criminale” una sponsorizzazione diretta di comportamenti non accettabili.
Ho avuto modo, grazie alla sua gentilezza, di leggere per intero il poemetto e, come le ho scritto, mi sfugge il perchè, e da lettrice non mi deve interessare, lei abbia scelto di analizzare storie di militanza nera. Però di sicuro non ha reso un gran servizio e questo vale sia che loro, i fascisti, l’abbiano capito o meno.
Non è una esaltazione di modelli di vita quanto piuttosto la dissacrazione di miti che lei ha guardato scavando nelle miserie di ciascuno. In fondo sono personaggi molto tristi e tristemente conclusi. Quasi che fossero vittime di se stessi e delle miserie familiari.
In senso letterario mi sembra un esercizio di comprensione delle complessità che caratterizzano la specie umana. In senso militante e antifascista mi spiace che lei abbia restituito queste storie facendo diventare una terrorista, uno squadrista, un ultrà, delle vittime, restando in ombra le loro azioni di crudeltà, terrorismo, violenza e mettendo in primo piano parole e valori che fanno parte dei loro codici di comunicazione.
Come scrivevo tra i commenti al precedente post mi piacerebbe leggere molto della sorte di una vittima di un terrorista nero. Ma è il racconto di Anna e dunque ciò che scrive è insindacabile.
Indubbiamente però la trovo un’opera non banale che ti trascina in un mondo dal quale si ha voglia di uscire quasi subito e se questo è l’effetto che può fare a chi legge allora può essere definita una efficace azione antifascista.

Purtroppo, al momento, il blog è in manutenzione e non è possibile caricare il testo della lettera di ALB, mentre il post di fikasicula l'ho recuperato dalla cache di google. Poco male, sarà il pretesto per ritornare ancora in argomento. 

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