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Nessun dolore, stato d'assedio ma niente incidenti a Parma

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Mentre ancora si trascinano gli echi degli scontri di Palermo, con il demenziale post del cabarettista siciliano che invoca la lotta armata partigiana sul suo blog nel portale Fatto Quotidiano, prosegue il tour di Domenico Di Tullio per presentare il romanzo "Nessun dolore". Nel weekend si è concesso addirittura una doppietta:sabato mattina all'Università di Verona, iniziativa organizzata dal Blocco studentesco col supporto del sempre vivace leader locale Marcello Ruffo, in un'aula ben affollata di studenti, venerdì sera a Parma, in una sala circondata da una marea di poliziotti, ben decisi a impedire la replica degli incidenti di domenica scorsa, in occasione del meeting sull'Unità di Italia con annesso concerto di Skoll. tutto è filato liscio, visto che i poliziotti erano più dei compagni presidianti (cento guardie per 80 antifa e 50 poundisti).

VERONA – Grande successo per la presentazione, organizzata dal Blocco Studentesco Università, del romanzo “Nessun dolore” tenutasi in mattinata al Polo Zanotto. “Gli oltre 150 partecipanti odierni attestano che finalmente tutte quelle barriere presenti da decenni all'interno dell'università sono state abbattute” - dichiara Alessandro Gandini, responsabile scaligero del movimento.
“Per l'ennesima volta, chi non ha più nulla da proporre e quindi si sente cedere la terra da sotto i piedi” – prosegue Martina Poli, consigliere di facoltà a Lettere e Filosofia - “ha cercato prima di farci revocare la sala, e poi ha inscenato un triste presidio davanti alla Biblioteca Frinzi; ma c'è stata anche l'ennesima prova di maturità dei nostri ragazzi che non sono cascati nel triste gioco delle parti" e conclude "abbiamo vinto le elezioni e la serietà del nostro lavoro quotidiano sta dando i suoi frutti. Non possiamo permettere che la Cultura rimanga infossata nel loro recinto ideologico." Commenta anche Marcello Ruffo, coordinatore locale di CasaPound e presidente del circolo in Via Poloni 30 "Viviamo tutti i giorni il nostro romanzo e come nel libro presentato oggi CI RIPRENDIAMO TUTTO"
Fonte: Cuttysarkquarantacinque/Facebook

PARMA - Cento poliziotti per un libro. Via Bizzozzero chiusa, blindata dai furgoni dei carabinieri. Nel parco che si affaccia sulla strada gli antifascisti del Comitato Montanara, dall’altra parte della via – più in dentro – nel podere  ristutturato ci sono i militanti di Casapound, pronti a presentare il libro “Storia di Casapound – Nessun Dolore”, di Domenico Di Tullio.
In mezzo,  nella carreggiata, una selva di giornalisti, mamme che corrono di fretta con il passeggino per abbandonare il campo, anziani che cercano di raggiungere casa. “Cosa c’è,  la guerra?”, borbotta un ottantenne mentre inforca la sua bici per andarsene. “No, presentano un libro di destra” replica schietto un poliziotto.
E’ un normale pomeriggio di sole nel quartiere Cittadella, se non fosse per la presentazione di un libro che fa discutere. Un’iniziativa non “accettata” dai gruppi antifascisti che urlano “in difesa di Parma medaglia d’oro della Resistenza” e dall’altra parte “voluta” da Casapound Parma, collettivo che “promuove, in democrazia, la possibilità di presentare al pubblico un romanzo”.
Da quando però la libreria Battei ha rifiutato, dopo presunte minacce, di accogliere Domenico Di Tullio e il suo libro, il testo “Nessun Dolore” è diventato lo scenario per uno scontro politico tra destra e sinistra. Scontro che non c’è stato: in 100 fra polizia, carabinieri e municipale hanno bloccato l’accesso al podere Bizzozzero tenendo lontani antifascisti e poundini. Solo alle 19, quando i presenti alla conferenza hanno lasciato la sala attraversando via Bizzozzero, si è sfiorato il contatto.
Circa una ottantina di antifascisti, assiepati contro la rete metallica del parco, hanno urlato insulti (”codardi”, “piazzale loreto”, “merde”) nei confronti dei ragazzi, per lo più giovanissimi, che avevano preso parte alla recensione del libro. Scortati dalle volanti, i “poundini” (circa una 50ina) si sono pian piano allontati e la tensione è scemata. Le grida degli antifascisti sono continuate per pochi minuti: sfoghi contro il Comune che ha autorizzato la manifestazione e contro la polizia che – in gran numero – “ha difeso i fasci”.
Fonte: La Repubblica

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