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Ma La Russa è rimasto un sambabilino?

Continua l'offensiva antifascista dei pasdaran finiani. Dopo l'esternazione bocchiniana, è ora la volta di Filippo Rossi, direttore di "Il Futurista" che, dopo gli incidenti dentro e fuori Montecitorio di ieri, spara a palle incatenate su La Russa, che "rutta in aula" ed è "rimasto un sambabilino"
E volete ancora parlare con questi? di Filippo Rossi
Qualcuno pensava di poter tirar fuori ancora qualcosa di buono dal centrodestra berlusconiano? Beh, dopo la giornata di ieri, se lo pensa ancora gli consigliamo o una seduta da qualche strizzacervelli (ma di quelli bravi) o il ricovero immediato in un ospedale psichiatrico (di quelli che buttano la chiave).
Il berlusconismo si è, infatti, dispiegato per quel che è veramente: un sistema di potere fondato sul privilegio e la menzogna. Il privilegio dittatoriale di chi cerca l’impunità a tutti i costi, di chi paga per garantirsi la fedeltà  dei suoi sudditi. Siamo di fronte a una gerontocrazia schizofrenica che continua a parlare in un modo per agire in un altro, che parla della grande riforma per cercare di nascondere una postilla annulla-processo. Una gerontocrazia che, inesorabilmente, spara cazzate al vento pur di scatenare qualche affrettato applauso.  Che scommette ancora sulle ultime speranze disperate di un popolo preso in giro troppo a lungo per rendersi conto di quanto sia bugiardo il mercante che si è fatto re, di quanto sia spregiudicato l’arrivista che si spaccia per buon samaritano.
Il doppio spettacolo indecoroso di ieri – l’accelerazione del processo breve alla Camera e  l’accelerazione delle fandonie a Lampedusa – è l’ennesimo sfregio populista e demagogico a una democrazia italiana che ha inesorabilmente dimenticato le regole della buona convivenza. «In 60 ore emergenza finita, poi faremo un casinò e un campo da golf», ha detto Silvio Berlusconi senza nemmeno più la paura di essere ridicolo, promettendo in un batter di ciglia di risolvere l’emergenza più prevedibile e più prevista nella storia del mondo.
Se ci voleva così poco – viene da chiedersi – perché mai non l’hanno fatto prima? E perché, ancora, un ministro della difesa di un paese “sostanzialmente” in guerra si attarda a ruttare in aula schiamazzi degni di un neofascista rimasto sambabilino? Molto si spiega con il nervosismo di chi sa benissimo di stare sull’orlo del precipizio. Ma molto altro si spiega con la mancanza assoluta di qualsiasi cultura politica, con la disperazione interiore di chi ha scambiato l’azione politica per dozzinale gestione e difesa del (proprio) potere.
Dopo tutto questo nessuno può più cercare spiegare che con questa gente si può ancora parlare, che si può ancora parlare con la feccia di un sistema politico in cancrena. Che è sbagliato essere “contro” tutto questo. Non ci caschiamo più. E se qualcuno ci prova ancora, beh, le cose sono due: o è un ingenuo senza speranza o è in perfetta malafede. In entrambi i casi, meglio non fidarsi.

9 commenti:

  1. Se è rimasto un SanBabilino ha adeguato i prezzi all'inflazione?

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  2. Comunque sambabilino. Nelle parole composte (in+belle in+becille) comunque nb diventa mb ...

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  3. Però il dizionario riporta anche Sanbabilino. Vabbè quello che è... comunque l'articolo è molto interessante. Soprattutto se confrontato con quanto detto da esponenti politici del PDL su questo blog. Ormai non è più una questione di politica ma di decenza, la chiamerei l'"orgia del potere", o "sindrome da onnipotenza". Forse il federalismo, quello vero, può servire agli esponenti del PDL più "presentabili" a smarcarsi dai loro leaders.

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  4. Non avrei mai pensato di trovare una persona più irritante e indisponente di D'Alema, beh Filippo Rossi c'è riuscito. Mai visto uno più falso di lui...

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  5. Filippo Rossi in verita' e' un ingenuo come lo e' Granata. Che ci fanno coi Bocchino, i Ronchi e gli Urso e gli altri ascari protettori di Mammona e i plutocrati di Bruxelles??.Quando parla si vede che crede e quel che dice e' verissimo ..........ma in quale infingardo e antinazionale gruppo si e' infilato??
    Stesso discorso dicasi per Tomaso Staiti e Miro renzaglia. Eccesso di ingenuita', emotivita' che poi e nemmeno senza aspettare troppi anni ( a mio avviso ne basteranno tre.......)verranno mal ripagati.
    Nel frattempo noto come l'arroganza, il malcostume e l'ipocrisia imperversa tra i pidiellini.
    Siamo qui sulla riva ad aspettare ed io Non perdero' l'occasione di salire una volta tanto nella mia vita(la prima in verita'!) sul carro del primo partito che sara' a divenire: .......quello di quelli che stanno a casa loro!
    Astensionismo quanto ti amo!




    Agostino

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  6. Repetita iuvant! Fini è un cadavere ambulante, così come l'accolita di rinnegati, che in pochissimi, gli sono rimasti fedeli. Basta aspettare in riva al fiume, presto vedremo questo mediocre fortunato,passare. Lui e i suoi accoliti oltre che essere dei rinnegati sono soprattutto dei falliti umanamente e politicamente. Il livore e il rancore covato dal fallito Gianfranco Fini, nei confronti dei suoi ex camerati, che gli hanno permesso, sopra valutandolo, di arrivare senza meriti alla presidenza della Camera, non riesce a celarlo.Un mediocre, un eterno secondo, (Almirante Berlusconi)da classificare guardando come è stato turlupinato dal clan familiare dei Tulliani, che ha distrutto prima il MSI di Almirante,poi il Popolo della Libertà,ora sta distruggendo, con il mini partitino, se stesso! Meglio sanbabilino che rinnegato T.V.

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  7. Ma non diciamo cazzate. La Russa Sanbabilino... ahahahah. Se uno che Sanbabalino lo è stato davvero con tutti gli "annessi e connessi" prende l'autore di questa perla, lo piglia a sgabellate sui denti!

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  8. La storia dei cosidetti "Sanbabilini" nasce intorno alla sede giovanile del Movimento Sociale Italiano di Corso Monforte, a 50 metri da Piazza San Babila, appunto. I giovani militanti di destra meno disciplinati ed ubbidienti al MSI di Almirante e Servello, hanno incominciato a trovarsi in piazza, sotto il colonnato ed al mitico Bar Gin Rosa. Ignazio La Russa, figlio del Senatore Antonino, era già uomo di partito ma ha sempre frequentato i camerati sanbabilini, con molti dei quali è diventato e rimasto amico negli anni, primo fra tutti Cesare Ferri. Avraà i suoi difetti ma Ignazio è sempre rimasto una persona coerente e coraggiosa.

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