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Libia: e se gli islamisti fossero testa di ponte del mondialismo?

Della crisi convulsiva del mondo arabo non abbiamo parlato in questo blog se non per segnalare una sostanziale afasia della fascisteria, disorientata rispetto alla complessità del quadro. In realtà, nei giorni scorsi, nelle mie caselle postali si sono accumulate numerose prese di posizioni delle frange più radicalmente antisioniste, pronte a sottolineare il ruolo di baluardo antimperialista rappresentato da Gheddafi. Stavolta è invece un gruppo eccentrico (non nel senso di composto da 'picchiatelli' ma in quanto estraneo alle dinamiche dominanti di posizionamento politico), i veronesi di Alternativa antagonista, con la rivista Otto che si ispirano alla dottrina delle tre liberazioni di Carlo Terracciano. Un'analisi che non dà risposte ma solleva interrogativi. Un approccio maieutico che mi piace e che vi ripropongo.

Egitto… Libia… Tunisia… Algeria… Bahrein… Iran… Yemen… sino all’Albania… Nel momento in cui scriviamo in tutte queste zone, di fede musulmana ma le più di sistema laico, sono scoppiate rivolte di popolo nei confronti del regime al potere, che in alcuni casi hanno portato alla caduta ed alla cacciata di quest’ultimo, in altri a sanguinose repressioni delle stesse.
Ancora non sappiamo se altre realtà seguiranno i vicini esempi e a cosa porteranno questi; di certo c’è – sono le stesse testate giornalistiche internazionali a rivelarlo – che su queste popolazioni hanno operato, per sollevarle, come “benzina sul fuoco” ong straniere assieme (e per mezzo) di siti web e social network occidentali (tanto da essere in seguito oscurati dai governi minacciati).
Cosa succederà? Quale la futura scacchiera geopolitica? Come si schiereranno i Signori del Mondialismo?
L’analisi non è poi così semplice e scontata, e il caso egiziano è un valido esempio: durante le rivolte popolari che hanno portato alla caduta di Mubarak, Obama ha strizzato l’occhio alle masse, mentre l’alleato israeliano ha sostenuto quel governo laico che spesso in passato ha rappresentato uno dei suoi pochi amici in quella zona. Nelle stesse ore, in diretta tv, gli insospettabili occidentalisti Emma Bonino e Magdi Allam, col Ministro degli Esteri Frattini, dichiaravano simpatia nei confronti dei rivoltosi arrivando addirittura a sdoganare gli islamisti “Fratelli Musulmani”, a confutare ogni teoria che riconducesse quest’ultimi al terrorismo e a benedire una loro entrata (assieme al filoisraeliano capo dei servizi segreti egiziani Gen. Suleiman) nel nuovo governo… nonostante agli stessi fossero sempre stati attribuiti forti legami e sostegni ad Hamas.
Qualcosa non torna?
Stiamo a vedere, il tempo ci fornirà valide risposte… sperando, come temiamo, che il fomentare le rivolte non serva prima ad abbatterne i regimi, per poi pilotare quegli stati verso una virata volutamente religiosa di stampo integralista. Così da – in un diabolico gioco delle parti – prima cavalcare e poi abbandonare i nuovi fermenti, alimentando quell’artefatto “scontro di civiltà”, tanto caro ai falchi del Mondialismo nella loro opera di conquista, omologazione ed annullamento globale dei Popoli. Magari con qualche bomba “terrorista” messa ad arte qua e là (guarda caso come a Natale in Egitto, ma pure, negli anni, in varie zone di controllo e conquista occidentale, per arrivare ad Iraq ed Afghanistan, passando anche per la nostra Penisola…).

Nè Destra, Nè Sinistra
La Redazione di "OTTO" - Alternativa Antagonista (Verona)

2 commenti:

  1. Non sono poi teorie così "nuove", basta vedere la storia della diplomazia estera "non ufficiale" degli Stati Uniti nel XX secolo.
    Gli americani hanno sempre preferito puntare su realtà estremiste che favorissero risultati nel breve periodo piuttosto che realtà moderate con possibilità di successo sul medio-lungo periodo.
    Basti citare il caso UCK.

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  2. Magdi (cristiano sic!) Allam; Dio ci scampi dallo zelo dei neofiti, neo convertiti e apostati, che dopo aver rinnegato la fede religiosa dei loro padri, sono stati ricompensati, con la nomina a vice direttore del Corriere della Sera. Nomina che non si capisce bene per quali meriti, visto le banalità e le ovvietà che scrivono.Poi il neofita per darsi un tocco di mondanità, gira con la scorta, che fa tanto "status simbol" di perseguitato. Mi sovviene alla mente il suo goffo tentativo di baciare l'anello del Pontefice, durante una udienza pubblica, forse sperava in un elogio pubblico, ma il teutonico teologo, tirava dritto e ...avanti un altro! T.V.

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