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Il metodo Giraudo e l'inchiesta Verbano

E' noto come il metodo Giraudo, dal nome del capitano del Ros dei Carabinieri che lo ha inventato agli inizi degli anni 90. Con una operazione scientifica di schedatura si rastrellano tutti gli ex che per qualche vago motivo possano sapere qualcosa sull'oggetto delle indagini (in quel caso le stragi ovvero l'universo mondo) e li si invitano a collaborare, graduando ragionevolmente le offerte in funzione dei bisogni del soggetto: da consistenti aiuti economici a benefici (o danni) nel trattamento penitenziario.
Quel grande lavorio ha prodotto sul piano giudiziario poco più di zero: una condanna prescritta per strage al collaboratore Digilio, una dannazione dell'anima (a futura memoria) per Freda e Ventura (dichiarati dalla Cassazione colpevoli fuori da ogni ritualità processuale).

Vent'anni dopo le indagini sull'omicidio Verbano sembrano attingere alla stessa fonte, con le correzioni del caso. Stavolta è direttamente il giudice delle indagini preliminari, con il supporto investigativo del Ros, a convocare gli ex. Salvo scoprire che il rapportino dei carabinieri indica dettagliatamente l'attività svolta dal testimone ma non il suo stato di pluripregiudicato. E così il gip deve chiudere il verbale, scusarsi per il disturbo arrecato e informare il cittadino che sarà riconvocato insieme al suo avvocato per esere sentito con le modalità e le garanzie offerte agli imputati di procedimenti connessi. Non c'è più l'Arma di una volta.

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