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A Gaeta si discute di MalUnità

di Mauro Finocchito
Da venerdì 4 a domenica 6 febbraio si riuniranno a Gaeta studiosi, scrittori, giornalisti, appassionati di storia meridionale e del Regno delle Due Sicilie provenienti da ogni parte d’Italia. L’occasione è data dal “XIX Convegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta”, dove, tra la fine del 1860 e l’inizio del 1861, il Re Francesco II di Borbone e i soldati napoletani difesero eroicamente l’ultimo baluardo del Regno contro l’invasione dei piemontesi. L’appuntamento di quest’anno, in programma all’hotel Serapo di Gaeta e organizzato dall’Associazione “Amici dell’Alfiere” e dalle Edizioni Controcorrente, si cala appieno nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, che fu, per gli organizzatori, “Malaunità” e i cui effetti sono ben visibili ancora oggi: “C’è una grande crisi di sfiducia nella propria esistenza che ancora si deve manifestare in crisi economica. La disunione si taglia a fette, né Stato né nazione. Non c’è memoria condivisa. Hanno rubato al Sud il futuro…”. Il programma del convegno è molto intenso. La tre giorni sarà aperta da un libero dibattito (venerdì ore 18), a cui potranno partecipare tutti. Il tema è: “Una comunità di emozioni, uno slancio spirituale: idee e progetti per un Sud in movimento”.
Sabato mattina si comincia alle ore 10 nella Sala di Ponente dell’hotel Serapo con una serie di brevi “interviste” condotte da Pietro Golia a scrittori, giornalisti, ricercatori, storici, musicologi, editori, antropologi. Alle 15 un intermezzo musicale con il concerto dei “Rotumbé”, compagnia di musica etnica e popolare. Alle ore 16 si riprende con il convegno di studi storici e con l’intervento dei relatori, che si confronteranno sul tema del “150° della Malaunità – Invasione, saccheggi, pulizia etnica: si scatena la congiura internazionale contro il Regno delle Due Sicilie”, con incursioni anche nell’attualità. Da segnalare la presenza di Jean Noel Schifano, ex direttore dell’istituto “Grenoble” di Napoli, scrittore di fama internazionale, che in una recente intervista al “Mattino” difese a spada tratta l’ex capitale del Regno nei giorni dell’emergenza rifiuti: “Odiano Napoli – disse – per la sua trimillenaria intelligenza, per la sua civiltà. Così la sfruttano, come l’hanno sfruttata in questi 150 anni di Unità”.
Si chiude domenica mattina con la messa e la successiva cerimonia del lancio a mare della corona di fiori “in memoria dei Caduti del 1860-61”. La cerimonia, che avrà luogo sulla Montagna Spaccata di Gaeta, prevede la rievocazione storica con alzabandiera lungo gli spalti ove esisteva la batteria Transilvania.
“Ci si avvia sempre più a vele spiegate verso polemiche, recriminazioni, revisioni – sostengono gli organizzatori – Non bisogna fuggire dal proprio passato. Occorre studiarlo, affrontarlo. Le celebrazioni del Centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia? Si consumano e affogano nella retorica patriottarda”.

1 commento:

  1. Giustissime osservazioni di Golia sulla mala unità; sacrosante denunce della campagna di occupazione dei piemontesi e dei loro misfatti contro le popolazioni del meridione,giusta e fiera rivendicazione dei primati del Regno delle Due Sicilie, ma siamo alle solite, perché il sud non decolla, nell'epoca contemporanea?Perché il sud è la palla al piede, il fanalino di coda della penisola? Perché non replicare con argomenti validi,alle accuse mosse (da me già ricordate) di uno studioso del calibro di Gianfranco Miglio, sulle differenze antropologiche delle popolazioni del sud da quelle del nord della penisola? Ho già ricordato che il divario tra le due Germanie, in pochi decenni, è stato annullato, perché nonostante l'oceano di denaro pubblico dato dal nord al sud della penisola,siamo punto e a capo,possibile che il sud sia solo malavita e pensioni di invalidità?Quando i meridionali la finiranno di lamentarsi, sarà sempre troppo tardi.Andate a lavorare!!! T.V.

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