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Rebecchi (Mnp) scrive a Di Pietro: siete ossessionati dall'antifascismo

Lettera di Adriano Rebecchi (Mov. Nazional Popolare) all'On. Di Pietro, riguardo l'interrogazione parlamentare dell'On.Piffari contro il Movimento Patria Nostra per il convegno del 15/01/2011 a Luino (VA)
 Gent. On. Di Pietro,
ci siamo conosciuti a Verbania qualche anno fa, in occasione della sua partecipazione ad una conferenza di Piero Ricca, fummo reciprocamente presentati dal Dr.Massimo Turconi (che legge in copia) e che è diventato l’esponente locale del suo Partito.
In quella conferenza pubblica, molto affollata, si parlò di tante cose e poco o niente di antifascismo, quell’antifascismo che invece sembra ora diventato uno dei temi ossessivi del suo Movimento.
Le scrivo proprio per un episodio legato a questo ossessivo antifascismo stile sessantottino, stile che lei ben conosce e del quale era agli antipodi prima di ritrovarsi nell’ammucchiata con l’estrema sinistra.
Il suo onorevole Sergio Piffari (a volte nei cognomi certe assonanze sono indicative!), Segretario Regionale dell’Italia dei Valori della Lombardia, ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Maroni su una conferenza tenuta dal Movimento Patria Nostra a Luino (Varese) sabato 15 gennaio 2011.
Nell’interrogazione si parla di “gravità dell’accaduto”, di “ostentazione di simboli fascisti” e si richiama il “contrasto al terrorismo e alla violenza politica”.
Io ero presente a quell’incontro a Luino, sabato 15 gennaio 2011, e ho portato al Movimento Patria Nostra il saluto del Movimento Nazionalpopolare del cui Ufficio Politico faccio parte e di Forza Nuova, nostra alleata.
In quella sala comunale, c’era soltanto la bandiera tricolore ed il simbolo di Patria Nostra: un’ascia bipenne tricolore.
Non so se l’on. Piffari lo sa, ma l’ascia bipenne non è stata inventata da qualche reparto francese, tedesco o italiano nella seconda guerra mondiale, ma era usata come arma e come simbolo sin dai popoli della preistoria, poi dai Greci antichi e dai Romani, poi dai Franchi e dai popoli nordici e via dicendo.
Nel gazebo esterno alla sala, tra i simboli con l’ascia bipenne, c’era poi un manifesto sulla commemorazione di pochi giorni fa a Roma in ricordo dei tre giovani missini uccisi nel 1978, manifesto contenente un fascio e che è stato affisso in migliaia di esemplari nelle strade di Roma dall’Associazione Acca Larentia, senza che nessuno avesse niente da ridire, anche perchè Roma è piena di fasci, non solo sui manifesti, ma anche su palazzi e monumenti, perchè anche il fascio è un antico simbolo italico.
Insomma, voler vietare e censurare l’ascia bipenne o il fascio, perchè ricordano vicende storiche del passato, è come voler vietare il crocefisso perchè nei secoli passati più di un esercito sotto quel simbolo ha portato morte, distruzione, massacri e genocidi.
Inoltre, posso tranquillamente confermare che, nelle oltre due ore di relazioni sono stati trattati e toccati solo temi politici e sociali di attualità e altrettanto dicasi per il successivo dibattito aperto a tutti i presenti, curiosi compresi.Credo quindi che l’on.Piffari, se vuole farsi un po’ di pubblicità, avrebbe molti altri e ben più importanti temi di attualità da trattare, anche e soprattutto nelle sue interrogazioni al Ministro dell’Interno Maroni.Quanto sopra per dovere di chiarezza e di verità.
Cordiali saluti.
Adriano Rebecchi

3 commenti:

  1. Adriano Rebecchi, nella sua esposizione dei fatti sulla questione riguardante un Idv riscopertosi antifascista, ha dimenticato di far presente all'On. Antonio Di Pietro che, anni addietro, prima che quest'ultimo diventasse Giudice, Pm, ministro e segretario del partito da lui fondato, ovvero quando era ancora uno sconosciuto poliziotto, militava nell'Msi, cioè in quel movimento che rappresentava il collegamento tra il vecchio ed il nuovo fascismo.

    Oggi, Di Pietro, pare essere un'altro personaggio alla ricerca della verginità perduta e manda i suoi sodali a presentare interrogazioni parlamentari su personaggi e situazioni con una importanza decisamente minore rispetto a quello che fu il movimento di Almirante.

    Una cura per la memoria sarebbe opportuna al buon Di Pietro, troppo attento ad usare qualsiasi cosa, persona e situazione per i suoi interessi, ma molto smemorato quando si tratta di ricordare la sua provenienza politica ed i suoi precedenti professionali non proprio degni di chi sventola codici penali e civili in ogni occasione.

    NUOVO ORDINE NAZIONALE

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  2. Volendo sorridere potremmo tranquillamente affermare che più che un interrogazione del Piffari si sia trattato di un interrogazione del piffero, visti i problemi ben più gravi che affliggono questa martoriata nazione.

    Mimmo C. (Foggia)

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  3. Di Pietro, tempo addietro era notoriamente orientato verso il MSI di Almirante.Poi questo inspiegabile mutamento, avvenuto forse per opportunismo, che lo rende assai simile a quelli che pretende di combattere.Era molto meglio il poliziotto Di Pietro che il politico Di Pietro, senza compromessi,senza paure, un pò rozzo sicuramente, ma genuino come i prodotti della sua terra d'origine,rude come deve essere uno sbirro, ma uomo di cuore e generoso, peccato, che sia finito in Parlamento come politicante,sarebbe stato un ottimo Ministro dell'Interno.T.V.

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