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La Lega epura i libri di Saviano. Eppure si era pentito dell'appello pro-Battisti

(umt) Per me era chiaro fin dalla legge Mancino, e avevo provato anche a spiegarlo, in un articolo pubblicato su una rivistina che dirigevo (in nome e per conto dell'articolo 21) e scritto a quattro mani con Oreste Scalzone. Prendevamo spunto dal caso Algeria (l'autogolpe democratico per impedire agli antidemocratici vincitori delle elezioni, l'islamista Fis, di prendere legittimamente il potere) per segnalare come i precedenti che non ci toccano, sul terreno delle regole, sono comunque pericolosi e vanno combattuti, perché fanno breccia nell'edificio complesso del diritto e producono alla distanza effetti paradossali. Tipo che possa essere denunciato un monumento della cultura democratica, come Oriana Fallaci, per i suoi approdi senescenti a posizione di radicale xenofobia anti-islamica.

Così la campagna lanciata dal postfascista Speranzon, e rilanciata dall'omologa Donazzan, contro noi firmatari dell'appello pro-Battisti mette capo a un effetto grottesco. In un paesino del Veneto, dove gli unici giornali che li passano per le mani sono quelli usati dal fruttivendolo per incartare le cipolle, sono stati epurati dalla biblioteca comunale i libri di Saviano.
Evidentemente non s'erano accorti che il geniale performer, assurto alle vette dell'arte e del successo mondiale, aveva rinnegato quella firma, asserendo di aver sottoscritto l'appello senza neanche rendersi ben conto di che si trattasse. Certo, a voler essere maligni, si potrebbe sospettare che in realtà il Divo non paghi quell'errore di gioventù ma l'aver rilanciato dalla videotribuna di Fazio le documentate accuse di Enzo Ciconte (ovviamente senza citare la fonte, come suo costume) sull'infiltrazione 'ndranghetista nelle aree di maggior influenza politica leghista. Ma ovviamente i leghisti della provincia veneta non sono così raffinati ...


Il segretario provinciale della Lega: «Fatto bene, li diano in pasto ai criceti» 
TREVISO (23 gennaio) - «Bene ha fatto l'amministrazione comunale di Preganziol a eliminare quei libri». La giunta guidata da Sergio Marton incassa l'approvazione di Gianantonio Da Re, segretario provinciale della Lega. I volumi al centro della vicenda sono quelli firmati da Roberto Saviano: epurati dalla biblioteca civica della cittadina lungo il Terraglio, secondo la denuncia di un'addetta, per ordine dei vertici politici del Comune.

Anche per Da Re, Gomorra e gli altri romanzi dello scrittore e giornalista campano non meritano di stare sugli scaffali: «L'amministrazione ha fatto bene a togliere i libri di quell'autore, visto che è tanto amico di quel terrorista. Li avrà comprati la giunta precedente, di sinistra. Se non vengono letti, non muore nessuno e la cultura non ne subirà alcun danno. Anzi, meglio metterli in uno scatolone in uno scantinato, chissà non se li rosicchi qualche criceto». Altro che censura o sfregio alla libertà di espressione: «Si fosse trattato di opere di Leopardi, Pascoli o Ungaretti, allora sì, sarebbe stato grave averli tolti al pubblico - incalza il massimo dirigente del Carroccio di Marca - ma a non leggere i libri di Saviano c'è solo da guadagnarci. E chi protesta, se proprio gli piacciono, se li compri e se li metta nella sua libreria privata di casa».

Da Re non le manda a dire neppure alla bibliotecaria, che ha sollevato il caso: «Faccia il suo lavoro: il suo mestiere è fornire un servizio regolare e controllare la conservazione dei volumi, è pagata per questo. Non è suo compito decidere cosa deve offrire la biblioteca comunale».

E a proposito di biblioteche, nel catalogo di quella di Vittorio Veneto, dove l'esponente padano è sindaco, Saviano è presente? «Ora farò controllare. Ma secondo me, non li abbiamo mai acquistati».

fonte: Il Gazzettino

3 commenti:

  1. "Non sono d'accordo con le tue opinioni, ma difenderò sempre il tuo diritto ad esprimerle."
    -- Voltaire (François Marie Arouet)
    Troppo spesso si dimenticano queste parole e vengono autorizzati roghi di libri, leggi speciali. Noi del Laboratorio Forza Uomo siamo contro ogni censura, contro ogni limitazione della libertà di pensiero ed insegnamento ( Art. 21 e 34 della Costituzione Italiana).
    Non è facile essere coerenti e rispettare le idee altrui, anche se sono in aperto disaccordo con le nostre.
    Per noi è motivo di Libertà e coerenza.

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  2. "In un paesino del Veneto, dove gli unici giornali che li passano per le mani sono quelli usati dal fruttivendolo per incartare le cipolle..."

    Che affermazione razzista verso i padani!

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  3. certo, e' vero. Come e' anche vero che i padani si fanno rappresentare da persone che palesemente non hanno cultura alcuna, anzi, si vantano di disprezzarla. E' una generalizzazione, dal particolare al tutto, pero' e' una scelta dei padani di farsi rappresntare cosi'. I padani si denudano, perche' prendersela con chi vede che i padani sono nudi.

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