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Io, Caratossidis e una scelta di vita

Lo so, dovrei decidermi a commentare lo strappo, la decisione di Paolo Caratossidis di uscire da Forza nuova. Più di un "amico" sottolinea una mia forma di responsabilità, con la decisione di ordinare e rendere pubblico quella che era una riflessione privata sulla sua bacheca di facebook (per quanto pensare che facebook sia uno spazio chiuso è una pura stupidaggine).
Ma posso essere stato al massimo l'acceleratore, il decantatore di un processo che era in atto ed era di lunga durata (come ho evidenziato ripubblicando la vecchia intervista del 2009 sul caso Battisti). In realtà lo strappo tra il Greco e il "suo" gruppo (di cui, checché se ne dica ora, è stato a lungo il numero due) è una questione umana e non politica, una scelta di vita e in qualche misura anche vitale. Dice una profonda verità il commento più feroce espresso in coda al post con la lettera di "dimissioni":
Resta il guerrafondaio che è. Il violento ghettizzato persino da chi lo ha sempre portato in palmo di mano. La sua non è stata mai politica, ma rissa,scontri fisici e reati penali collezionati non per amore di politica ma per mentalità delinquenziale. Il greco è personaggio da patrie galere. La sua uscita non può che far bene a chi resta.
E' vero, il Greco è stato uno dei militanti politici più perseguitati d'Italia negli anni Novanta e Zero (credo che si giochi il record con Casarini e Caruso): centocinquanta notizie di reato, una cinquantina tra indagini e processi vari. Mi tocca ovviamente smentire l'anonimo: una rissa a Padova, capitale dell'Autonomia, è un reato squisitamente politico. Così la contestazione in diretta tv, con scazzottata veloce, al predicatore islamico. Sì, Caratossidis ha sempre espresso l'anima stradaiola di Forza nuova, un'anima spesso imbrigliata dai giochi strategici di Fiore, comunque deciso a traghettare il gruppo dentro la politica mainstream ma abbastanza abile a rimotivare la militanza dopo i vari fallimenti elettorali con un ritorno alle origini (vedi gli scontri di Centocelle dopo la debacle alle regionali del 2005). E' la perdita di questa dimensione vitalistica che ha finito per consumare il rapporto tra il Greco e l'organizzazione. Perché, in realtà, a 34 anni, nonostante sia un veterano, si sente giovane e ha ancora bisogno della "puzza della strada". E quindi si è rimesso "on the road". Buon viaggio, camerata Nuddles...

2 commenti:

  1. tanto se continua così...caro Ugo...in piazza ci torneremo tutti...non solo la persona di cui stai con pacatezza le vicende.

    adesso è l'ora dei giovani...che più o meno convintamente in piazza sono sempre andati.
    ma quando sarà finito il tesoretto di "mammà" (e si sta rapidamente estinguendo a ritmi forsennati a causa anche dell'incipiente consumismo che ancora pervade l'italiota nonostante i campanelli d'allarme siano tanti)

    quando i padri e le madri di famiglia di 30-40-50 anni non avranno più il cibo per i figli causa disoccupazione e relativi effetti dirompenti, ci sarà poco da ridere.

    e allora Caratossidis (che non conosco e che non giudico) non sarà più una mosca bianca.

    la mia non è una considerazione forcaiola, grillista o di pietrina...è una considerazione dei fatti che vedo giornalmente intorno a me.

    buona giornata
    rl

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