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Smantellato in appello il processo Tommasoli: 3 assoluzioni e pene ridotte

Verona. Omicidio Tommasoli, assolti
in appello 3 dei 5 accusati del pestaggio
Pene ridotte per da 14 a 10 anni e 4 mesi agli altri 2 ragazzi
La vittima morì dopo 5 giorni di agonia in seguito a una rissa
VENEZIA (19 novembre) - Con tre assoluzioni e due condanne la corte d'Assise d'Appello di Venezia ha in parte ribaltato l'esito del processo di primo grado contro i cinque giovani accusati del pestaggio di Nicola Tommasoli, ventottenne di Santa Maria di Negrar (Verona), morto dopo cinque giorni di agonia in seguito ad una rissa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2008 nel centro di Verona.
I giudici veneziani questa sera hanno assolto Raffaele Dalle Donne, 21 anni, e Guglielmo Corsi, 22 anni, condannati a Verona rispettivamente a 12 e 10 anni e confermata l'assoluzione, già ottenuta in primo grado di Andrea Vesentini di 23 anni. Pene ridotte a 10 anni e 4 mesi per Nicolò Veneri e Federico Perini entrambi di 22 anni, contro i 14 anni inflitti ad ognuno dei due dal collegio scaligero. Il procuratore generale Cappellari aveva chiesto una sentenza più pesante per tutti e cinque. Sorprese le parti civili che ora attendono le motivazioni della sentenza.
Non si capacita della mancata assoluzione del suo assistito, Federico Perini, l'avvocato veronese Roberto Bussinello. Al termine dell'udienza con la quale la corte d'Appello d'Assise di Venezia ha sentenziato una condanna, sia pur ridotta rispetto al primo grado, per il giovane veronese, Bussinello si chiede «perché Perini sarebbe responsabile se non risulta da nessun atto un suo intervento sulla vittima?» Il legale, che attende ora di conoscere le motivazioni, si dice «perplesso» anche sul fatto che ci siano due condanne. «Se il povero Tommasoli è morto per un unico colpo ricevuto - sottolinea l'avvocato - non vedo perché condannare due persone».
fonte: Il Gazzettino
ndb: Pene ridotte di un terzo: evidentemente la Corte avrà riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti. I due, fuggiti a Londra, si erano riconsegnati dopo un paio di giorni. A incastrarli, le accuse del "quinto uomo", Visentini che ha collaborato dal primo momento con gli inquirenti consegnando loro una ricostruzione della serata di "violenza balorda" in cui lui non aveva responsabilità mentre erano stati i due condannati a "essere vicini a Tommasoli" mentre il "calcio mortale" secondo Corsi, avrebbe sempre riferito l'imputato superteste. "era stato dato da Veneri".

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