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Quel giorno mai abbastanza maledetto -2: negli stadi

da Repubblica.it dell'11 novembre 2007
Tensione dopo la morte di Sandri, il laziale colpito dal proiettile sparato di un poliziotto
Rinviate Inter-Lazio e Roma-Cagliari. Atalanta-Milan sospesa, impossibile giocare
Il campionato non si ferma
esplode la rabbia negli stadi
Violenze a San Siro, Bergamo e Parma. Sassaiola contro un commissariato milanese
Cori contro le forze dell'ordine in tutta Italia. Scontri a Roma in serata

ROMA - La notizia viaggia veloce e trasforma in poche ore gli stadi italiani in potenziali bombe a orologeria. Tutto comincia alle nove del mattino. Dopo una rissa tra tifosi laziali e juventini in un autogrill vicino ad Arezzo, un poliziotto della stradale, intervenuta per fermare lo scontro, spara da lontano. Gabriele Sandri, 28 anni, tifoso della Lazio, muore in auto. Passa la mattinata, scattano provvedimenti e dichiarazioni. Inter-Lazio sarà sospesa, il Viminale annuncia il giro di vite sulle trasferte, la Snai annulla le scommesse.
In serata, dopo l'ennesima domenica calcistica da dimenticare, la decisione di rinviare anche Roma-Cagliari, il posticipo dell'Olimpico. Troppi rischi, troppa tensione, troppi i segnali che annunciano la rabbia dei tifosi. Specie dopo gli scontri tra tifosi della Roma e polizia vicino all'Olimpico culminati con il ferimento di alcuni vigili urbani e assalti a due commissariati.Pubblica post
La bufera incomincia nella tarda mattinata. I primi a farsi sentire non sono tifosi di calcio, ma di basket. A Milano i tifosi dell'Armani Jeans abbandonano il palazzetto dello sport, quelli del Varese restano e urlano "assassini" ai poliziotti. Ormai la notizia ha fatto il giro d'Italia, i siti internet dei tifosi fanno sentire la loro rabbia, a Roma si organizza una fiaccolata in pieno centro per il pomeriggio. L'orario delle partite si avvicina e mentre la polizia sente il presunto colpevole e cerca di ricostruire cosa è accaduto, per i tifosi una cosa è chiara: Sandri è stato ucciso da un agente della polstrada.
Si decide di giocare lo stesso ma di spostare il fischio di inizio di dieci minuti. O almeno questa è l'intenzione. A Bergamo la tensione sale alle stelle già due ore prima. Scontri tra tifosi e polizia fuori dallo stadio e lancio di lacrimogeni. Sassate contro una jeep della polizia in viale Giulio Cesare, a poche centinaia di metri dallo stadio. A bordo del mezzo, che era in movimento, c'erano due poliziotti, che sono rimasti feriti. Poco dopo sono iniziati gli scontri veri e propri. Anche gli ultras milanisti, secondo le prime, sommarie informazioni, hanno aggredito le forze dell'ordine: dal treno che li stava portando a Bergamo avrebbero fatto partire una sassaiola contro gli agenti della Polfer approfittando di una sosta del treno nella stazione di Treviglio.
La partita Atalanta-Milan incomincia. I tifosi che stanno per sfondare le barriere ed entrare in campo. Doni e altri giocatori tentano una mediazione con i capi ultrà. Dopo pochi minuti, partita sospesa e squadre negli spogliatoi.
Non va meglio dove si è deciso di non giocare. A San Siro, corteo fuori dallo stadio e striscione contro il ministro dell'Interno: "Per Raciti fermate il campionato, la morte di un tifoso non ha significato". poi tutti in marcia verso Piazzale Lotto. Cronisti e cameramen aggrediti picchiati. In 400 arrivano al commissariato di via Novara, occupano la carreggiata e fanno partire una sassasiola contro l'edificio spalleggiati da tifosi del varese. Stessa scena, cori e insulti anche al commissariato di Arezzo. Poi il corteo si sposta verso la sede della Rai di Corso Sempione e verso il centro della città.
 A Parma, fuori dal Tardini, corteo di tifosi e estintori svuotati con il fumo che raggiunge lo stadio. Anche a Taranto, la partita viene sospesa.
 Ma dove la scena è ovunque identica è dentro gli stadi dove si gioca: striscioni ritirati, cori contro la polizia, tifosi che scordano la rivalità calcistica per unirsi contro l'avversario comune, le forze dell'ordine.

(11 novembre 2007)

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