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Verso Mirabello/3 - La lezione di Cetto Laqualunque


"La battaglia per l'occupazione passa per l'assunzione dei figli di quelli che mi hanno votato". Anche in questo caso, come già nella fondazione del "Partito del Pilu", l'onorevole Cetto Laqualunque sembra anticipare le mosse (e le difficoltà politiche) del premier che per uscire dall'impasse ha offerto oggi la riconferma in lista (il posto fisso, e che posto) ai parlamentari finiani disposti a rinnegare il capo. 

La promessa, decisamente cettiana ("tu mi trovi 30 voti, io ti faccio assumere pure le galline, pure i sorci, tu non mi voti, e sei un cane vastaso, cornuto"), ovviamente ha scandalizzato il direttore di Farefuturo, Filippo Rossi, uno degli elementi di punta dell'intransigenza antiberlusconiana.
Finalmente ci ricrediamo. Finalmente abbiamo scoperto un Berlusconi idealista. Sì, idealista. Anzi, idea-lista, per essere più precisi. Ovvero, un Cavaliere che ha l'idea fissa della lista. Non è un bello spettacolo, a essere sinceri, esteticamente prima che eticamente (e spiace, per un esteta come il premier si vanta di essere). Ed è uno spettacolo che rivela, ancora una volta, un'idea della politica sui generis. Un'idea costruita sula promessa, sulla fedeltà personale, sul "premio". Un tempo c'erano i feudi, oggi i posti in lista, ma si direbbe che poco è cambiato.
Intanto, spessatamente, qualunquemente, la decisione del premier di mollare sul processo breve segna un punto a favore dell'"opposizione cagna", nella persona di Gianfranco Fini.

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