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Strage di Brescia, compagno di cella smentisce il pentito

Non è stato sufficiente a Maurizio Tramonte, la “fonte Tritone” sulle cui confessioni è incardinata l'accusa dell'ultimo processo per strage, in corso a Brescia, ritrattare per togliersi dai guai. Perché un compagno di cella si è presentato ieri in corte d'assise a confermare quanto dichiarato mesi fa davanti ai pm. E cioè che l'informatore dei servizi, di ritorno dalle udienze o commentando la lettura dei giornali, informava il compagno di cella fornendogli ulteriori particolari. 

Certo, resta da verificare se effettivamente Tramonte ha oscillato tra bisogno compulsivo di parlare e decisione di fare marcia indietro sul terreno della collaborazione giudiziaria oppure se l'altro detenuto, con cui ha trascorso 10 mesi in una cella del carcere di Cremona, ha ricamato a partire dalla lettura delle cronache giudiziarie. Comunque Domenico Gherardini, come riferisce “Brescia oggi”, solo i quotidiani bresciani “coprono” il processo, ha riportato le seguenti notizie:
1)Maurizio Tramonte, al ritorno in cella dopo le udienze, «era teso e partiva come una mitragliatrice» e raccontava...
2)«Tramonte sfogliava il giornale senza commentare, poi lo passava a me che lo leggevo con maggiore attenzione» aggiungendo alcuni particolari che in aula non erano stati riferiti e quindi non sono finiti sui quotidiani.
3)«La sera del 25 maggio 1974 dice di essersi fermato a una riunione con un mezzo che non sapete lui avesse in uso. Mi è rimasto impresso quando mi ha detto "Se avessi trovato un incidente che mi avesse impedito di arrivare, di quella riunione non avrei mai saputo che era esistita e non avrei saputo nulla"».
4)«Tramonte mi ha detto di essere andato alla riunione in moto, una Ducati di cui gli inquirenti non sanno nulla». Si tratta delle riunione a casa di Giangastone Romani, in cui, secondo le rivelazioni di Tramonte alla procura, poi ritrattate, alla presenza di Carlo Maria Maggi sarebbe stata organizzata la strage di piazza della Loggia. Le notizie sulla riunione sono di pubblico dominio ma il particolare della moto è inedito.
5)«Mi ha confidato che quando Felli, il capitano dei carabinieri, referente del Sid di Tramonte, è stato in aula ha avuto il permesso di avvicinarlo e sottovoce gli ha chiesto se lo aiutava a togliersi da questa situazione».
6)«I nomi di Maggi, Zorzi e anche di Buzzi, li ho sentiti da Tramonte, ma non riesco a ricordare altro».

2 commenti:

  1. I giornali locali non riportano, spesso i giornalisti se ne vanno prima della fine delle udienze, che Tramonte ha anche detto al compagno di cella: non vorrei fare la fine di Ermanno Buzzi.
    Eugenio Papetti

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  2. Con tutto il rispetto a me è sembrata una testimonianza assai confusa, per certi versi ilare (la parte con Al Capone, Delifino camerata, la ricerca di Emanuela Orlandi in Bulgaria), inutile nel contesto di un processo già pletorico.

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