Header Ads


Marco "Nat" colpisce ancora: Cara Chiara, ti scrivo

Marco Petrelli è oramai una delle "firme" di questo blog. Grazie all'accanita disputa con un militante antispecista torinese sulla titolarità del brand "autonomi nazionalisti" il suo post "lettera aperta ai radicali" è il più commentato di Fascinazione. Stavolta ha trovato da ridire sul "caso di via Tasso" e quindi ha scritto questa lettera aperta alla leader della Giovane Italia del Lazio
Scrivo queste poche righe con un certo sdegno.
La mia esperienza politica (mia e di molti altri) è iniziata nel movimento nel quale Chiara Colosimo è dirigente regionale, Azione Giovani (ora Giovane Italia). Non appartengo più alla sigla di AG, ho seguito altre strade e vissuto nuove esperienze ma, mantenendo legami e vincoli di cameratesca amicizia in Azione Giovani posso serenamente controbattere le tesi della “leader under 25”.
Non so dove abbia vissuto Chiara in questi ultimi anni o quali ambienti abbia frequentato: AG ha subito evoluzioni continue, è essa stessa una realtà molto eterogenea ma che mantiene una identità ancora salda e forte, che affonda le proprie radici nel passato prossimo della destra giovanile italiana. La fiaccola tricolore e il libro con la feluca sono riferimento ideale a quei movimenti, il Fronte della Gioventù e il Fuan, calderoni e nel contempo fucine di sogni, speranze, idee. Un’ identità non fatta di mera retorica passatista, ma nemmeno vuota e sterile. Il richiamo al ribellismo del FdG, alle posizioni di Marco Tarchi (naturalmente contestualizzate al mondo odierno), alla logica di sganciamento da una destra “ordinaria e d’ordine” in virtù d’un sogno ‘nazional rivoluzionario’ è ancora forte in diverse comunità, come a quella cui il ‘gigione’ della foto fa parte.
Chiara questo lo sa, eccome se lo sa! E’ certo che, nel tentativo di creare una Nuova Destra (non quella di De Benoist, s’intende), è necessario cancellare tutto facendo tabula rasa, rinnegando valori, pensieri, opinioni che sono, però, parte integrante di un humus culturale.
E’ anche vero che, come in ogni grande comunità, ci siano soggetti poco svegli o, talvolta, con idee un po’ confuse. La foto in via Tasso col saluto romano è figlia di una logica che la Destra italiana ha troppo spesso coltivato nella propria area, ovvero quella convinzione che tutti i resistenti siano comunisti e quindi nemici. Resistenti che un tempo venivano sbeffeggiati e che oggi vengono, invece, omaggiati, in virtù d’un nuovo corso. Le carceri di via Tasso non sono il simbolo dell’anticomunismo, sono la morte di qualsiasi valore umano, in primo luogo dell’onore. Cefalonia è luogo d’onore, la Charlemagne a Berlino è sinonimo d’onore, El Alamein è onore. Torturare un poveraccio è una bestialità. Punto e basta.
Mi spiace per il ‘gigione’, (che ora sarà oggetto della pubblica gogna), ma è giusto che impari che le cazzate, in politica e nella quotidianità, si pagano e care; mi spiace per Chiara, perché a ventiquattro anni dovrebbe avere ancora lo slancio, la forza, la determinazione del nostro movimento e invece, (non fosse per la presa di distanze), si diletta in freddi comunicati degni delle veline del Min.Cul.Pop.
Che dire Chiara? Forse hai dimenticato le parole del nostro inno: “la terra dei padri la fede immortal nessuno potrà cancellar/il sangue, il lavoro la Civiltà, cantiamo la Tradizion”. L’inno, per chi non lo conoscesse, è “Il domani appartiene a noi”. Apparteneva, sarebbe meglio dire: oggi è di politici in erba, yes men con cravatta e black barry che hanno dimenticato come la politica, quella vera, sia fatta soprattutto di coerenza, studio, sacrificio e onestà intellettuale.
Marco Petrelli
ex militante (con una punta di orgoglio) di Azione Universitaria Firenze

13 commenti:

  1. Del tutto OT, e giusto perché ne parlavo proprio l'altro giorno con degli amici: "Il domani appartiene a noi" è la traduzione italiana della canzone inglese "The Tomorrow Belongs to Me", che, basata su una musica popolare tedesca, fu scritta per il musical "Cabaret" (prodotto nel 1966, cioè prima del film, che è del 1972) da due musicisti ebrei americani, John Kander e Fred Ebb.

    RispondiElimina
  2. Condivisibile quasi in tutto, quasi...

    Anzitutto una notazione storica le carceri di Via Tasso erano carceri per prigionieri di guerra in tempo di guerra, nè più e ne meno di tante altre in altre nazioni in altri periodi storici, precedenti e successivi alla Seconda guerra mondiale (Abu Graib o Guantanamo, per stare ai giorni nostri, sono forse meglio?).
    Quindi non un unicum, ma, per quanto cinico possa apparire, una prassi in tempo di guerra. Prassi divenuta paradigma o dogma a seconda dei punti di vista.

    Sul declino della destra giovanile, anzitutto verrebbe da dire che essendo "destra" non poteva finire altrimenti, avendo scelto molti molti anni addietro una strada decisamente diversa da quel sentiero un po' romantico che riecheggia anche nelle parole della canzone, per altro inno di una parte del mondo giovanile, non di tutto, a Roma come ben saprai Piccolo Attila ha soppiantato da tempo il Domani...
    Le radici cui ti riferisci, sono ormai secche. La pianta rigogliosa che sta sopra è una pianta finta, fatta di retaggi e parole vuote; vuote perchè a queste non seguono fatti, vuote perchè ipocrite, spesso opportunistiche. La signorina Colosimo ne è una riprova. Di quel sentimento ribellistico che animava i giovani "nazional-rivoluzionari" degli anni '80 (per non andare troppo indietro) non è rimasto niente se non, appunto, la destra italiana che tanti anni fa leggeva Evola, Spengler, La Rochelle Pound e tutti gli altri eretici e oggi legge Tremonti, Bukanan, talvolta la Fallaci, basta dare un'cchiata ad editori come "Nuove Idee" per rendersi conto dell'appiattimento culturale di un mondo giovanile, che è stato normalizzato.
    E allora è naturale che ogni tanto esca il soggetto che si fa fare quelle foto, perchè quando nelle sedi o nei ritrovi, lontani da occhi indiscreti si sfoggiano celtiche o foto di "pellegrinaggi" a Predappio, mentre di giorno si deve fare la "destra moderna europea" lo sdoppiamento di personalità può andare fuori controllo.

    RispondiElimina
  3. Altro che OT, quello di Alessandra C. mi è sembrato un détournement situazionista :)

    RispondiElimina
  4. Catrafuse non mi sembra giusto commentare l'intervento di Alessandra Colla, come "situazionista" senza fornire le coordinate culturali necessarie, affinché sia possibile farlo.Mi sembra un intervento nel solco della tradizione...non certo da collocare fuori dal seminato.

    RispondiElimina
  5. Ciao sono l'autore del post, Marco. Non capisco il significato di OT. A dir la verità "Il domani appartiene a noi" non fu scritto in America ma in Germania, negli anni Trenta. Corretto il riferimento a 'Cabaret'. Fu scelto come inno del FdG probabilmente perché, in un momento di profonde trasformazioni, le parole di quella canzone erano un richiamo alla Natura, alla Tradizione, a valori antichi ma contestualizzabili. E poi, nel testo, non c'erano vecchi riferimenti al nazismo, alla guerra... insomma bello ma non passatista.

    Marco Petrelli

    RispondiElimina
  6. Ephifanius,
    intendevo dire che a volte spingendoci fuori tema (OT = off-topic) si può arrivare a considerazioni e interpretazioni stimolanti, come ad esempio nella vicenda paradossale dell'inno citato da Alessandra Colla. Questo tipo di approccio non lineare in qualche modo mi ricordava il situazionismo. Ora però ho reso tutto un po' troppo barboso e mi ritiro :=

    RispondiElimina
  7. per MARCO PETRELLI
    -------------------------------------
    Ciao :-)
    Scusa, ma la storia de "Il domani appartiene a noi" è verosimilmente quella che ho segnalato.
    La musica, ripeto, è quella di un canto popolare tedesco: ma tutto il resto è posticcio. La cosa mi è stata confermata proprio l'altro giorno da vecchi "camerati" (continuo, per farmi del male, a usare queste categorie...).

    RispondiElimina
  8. per CATRAFUSE ed EPHIFANIUS
    ----------------------------------------
    "Situazionista" mi va benissimo :-)))

    RispondiElimina
  9. Non sono un esperto di musica, compresa quella alternativa dei giovani di destra dei decenni scorsi. Posso solo dire che proprio in questi giorni sto leggendo il libro del mio web-amico Ippolito Edmondo Ferrario e Cristina Di Giorgi IL NOSTRO CANTO LIBERO sottotitolo: IL NEOFASCISMO E LA MUSICA ALTERNATIVA. LOTTA POLITICA E CONFLITTO GENERAZIONALE NEGLI ANNI DI PIOMBO, Castelvecchi editore. Lo trovo molto interessante.

    RispondiElimina
  10. Ho il dubbio che non abbiate visto il film "Cabaret" altrimenti non avreste dubbi sul perchè sia stata scelta quella canzone come inno del FdG.
    Guardate e poi fatemi sapere:
    http://www.youtube.com/watch?v=KkVytyvCfLQ

    RispondiElimina
  11. E chi se ne frega se la musica è stata scritta da ebrei!

    RispondiElimina
  12. Appunto, chi se ne frega. Anzi grazie a chi l'ha ripresa dal passato in cui era sprofondata e ha ridato voce ad un pezzo che cantato da almeno due generazioni di militanti politici.

    RispondiElimina
  13. Ho scritto un post di replica sul blog di Tassinari. Sono Marco "NAT". Riservo una certa liturgia a quel gesto che certo non ha senso di fronte alle carceri nelle quali venivano torturati quei poveracci. Ma certo la risposta di portavoce e dirigente di GI è stata fasulla e ingiustificabile: quel ragazzo, che operato forse per ignoranza politica e culturale, andava recuperato (duramente!) ma recuperato. La moda di scaricare i più giovani nei momenti del bisogno non l'hanno mai persa. Questo rende i nuovi dirigenti di GI i Radice del 2010.
    Per quanto riguarda Gazzellone spero si vergogni delle sue parole e del suo atteggiamento di fronte a quel comunicato: dimostra che l'immagine di un partito conti di più della dignità del singolo.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.