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Fini, la terzietà e il vulnus costituzionale

STORACE: "NON È PIÙ DI DESTRA ORA SILVIO DEVE CACCIARLO"...
Da la Repubblica" - «Ormai Fini con la destra non c´entra nulla. Berlusconi prenda il coraggio a due mani e gli dica: vattene a casa tua». Francesco Storace, leader della Destra non ha dubbi sul trattamento da riservare al presidente della Camera. «Il patto di legislatura che significa? - chiede l´ex presidente della Regione Lazio - Se fossi Berlusconi, Fini lo caccerei subito».
STORACE, HA APERTO PROBLEMA COSTITUZIONALE GIGANTESCO...
"Fini ha aperto un gigantesco problema costituzionale. In caso di crisi e consultazioni, quale garanzia di terzietà offrirà al capo dello Stato? E evidente che deve lasciare la presidenza della Camera. Almeno eviterà che le bufere in arrivo lambiscano l'istituzione...". Lo ha affermato in una nota Francesco Storace Segretario Nazionale di "La Destra".
(fonte: Dagospia).

Tra tanti ex colonnelli scatenati contro il generale che ha cambiato bandiera (per usare la metafora di Gasparri, che è figlio di carabiniere e queste cose le conosce e le disprezza: lui è talmente fedele al capo - Berlusconi - che ha dato il suo nome alla legge sulla tv senza neanche sapere che c'era dentro) il più inviperito è proprio quello che ha più strettamente legato la sua carriera politica al reprobo. Storace infatti acquistò notorietà nazionale da brillante portavoce del segretario nazionale all'epoca delle picconate.
Questo del vulnus costituzionale è una corbelleria che gira tantissimo in Rete, tra forum e social network ma una fesseria detta da molti cambia di quantità e diventa una fesseria di massa, ma conserva la qualità.
In caso di consultazioni quale garanzia di terzietà dava il numero 2, azionista di minoranza (quota certificata 30%) e cofondatore del partito di maggioranza? E che garanzia di terzietà davano in precedenza Bertinotti e Casini che, pur essendosi dimessi dall'incarico di partito, restavano incontestati leader di Rifondazione e dell'Udc (o come si chiamava all'epoca).
E' una scelta di rottura consumata nel 1994 dallo stesso Berlusconi che decise, in nome del principio maggioritario, di abbandonare la prassi che concedeva una Camera alla minoranza (grazie alla quale abbia avuto presidenti del prestigio di Ingrao e Iotti) per imporre l'elezione della dark lady Pivetti e di Carlino Scognamiglio. Da allora anche il centrosinistra si è adattato, nominando presidenti leader di correnti politiche (Violante, Marini, Mancino) o segretari di partito (Bertinotti). E nessuno ha mai sollevato la questione della terzietà.

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