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Per concludere (per ora) il discorso sulla tessera del tifoso




Questo video è la risposta degli ultras al video di propaganda ministeriale contro la violenza. Quanto ai rischi della scelta scellerata della "tessera del tifoso" li esprime bene, sul "Corriere della sera" Roberto Stracca:


Forse, dopo decenni di lassismo in cui si è voluto confinare nello stadio, e nella fattispecie nelle curve, il conflitto antagonista giovanile tipico della società contemporanea, è l’inizio di un’inversione di tendenza. Anche ieri il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, contestato violentemente dai tifosi dell’Atalanta alla Festa della Lega Nord ad Alzano Lombardo (lancio di petardi, scontri con la polizia e diversi agenti feriti il bilancio della serata), si è dichiarato «soddisfatto» per la partenza del progetto. Ma la «tessera del tifoso» rischia, nel breve periodo, di alimentare i problemi anziché risolverli. (...) Se il fine della tessera, invece, è creare il tifoso ufficiale, eliminando quella sacca di gruppi violenti, politicizzati (già ma sotto le elezioni hanno sempre fatto comodo a tanti politici...), legati alla criminalità organizzata, il risultato immediato è stato spingere nella sfera dell’antagonismo e del non-controllo una serie di gruppi borderline, vivaci, non esattamente dei boyscout, ma con cui c’era dialogo da parte delle forze dell’ordine. E che soprattutto erano conosciuti e riconosciuti. Il rischio è che le curve (dove il processo di erosione dei leader riconosciuti era già in stato avanzato) siano sempre più regno di «cani sciolti», che compreranno, volta per volta, il biglietto, che magari viaggeranno in maniera anonima e incontrollata (una volta si sapeva chi e da dove partiva), visto che la «tessera del tifoso» è obbligatoria per accedere al settore ospiti nella gare fuori casa. Ma, se come è accaduto in passato già per partite in cui il settore ospiti era chiuso, i tifosi ospiti (come fecero i Grifoni in occasione di un Roma-Genoa destando al loro arrivo non poco allarme) comprassero i biglietti di un altro settore, che cosa potrebbe succedere. 

E noi cominciamo a coltivare il sospetto che, riciclando un vecchio metodo repressivo contro gli oppositori politici, si voglia decapitare il tifo organizzato per lasciare campo libero a gruppi informali, sciolti, liquidi e perciò meno capaci di organizzare iniziative e resistenza contro questo skyfo di calcio.
Molto interessante, dal mio punto di vista, infine, il lungo e appassionato dibattito scatenato sul tema in vivamafarka, il forum d'area di Casa Pound. Mi sembra una buona sintesi del punto di vista militante l'intervento di " il Bunker", dirigente locale di Cpi:
La battaglia contro la tessera del tifoso e' una battaglia che deve coinvolgerci tutti, Ultras e non tifosi, per salvaguardare diritti comuni che oggi sono applicati al calcio e che domani potrebbero essere estesi in altri contesti. Anche se non e' il mio campo, non essendo un Ultras, sento il dovere di dare ogni contributo per diffondere verità su. Questo provvedimento liberticida e pericoloso x la nostra vita. Mi spiacente ma non ho dubbi, fa bene il mondo Ultras ad organizzarsi come meglio crede. Energie sprecate dite? Ci sono mille altre iniziative e pippe mentali che fanno perdere energie, non la battaglia contro la tessera (...) 
Se ragioniamo in soldoni, avere la Tessera del tifoso in tasca è anche un problema militante. A me nessuno garantisce che il lettore di posizione non venga utilizzato anche durante manifestazioni, presidi e via dicendo. Anche a 10 metri - questo mi sembra sia il raggio - non trovo rassicurante dare conto con certezza dove mi trovo in un dato momento. La tessera sanitaria non c'entra, svolge un'altra funzione e non ha la caratteristica di venire checkata a distanza. Questo è già un buon motivo per approcciare il discorso in maniera militante. Possiamo sviscerare la cosa anche dal punto di vista politico: le banche, la commercializzazione della vita, l'induzione all'iscrizione bancaria che non si ferma solamente all'aprire un c/c bensì alla schedatura finanziaria del soggetto che la richiede. Tutti sappiamo cosa c'è da firmare quando si apre un c/c, no? Siamo soldati politici oppure no? Quindi tutto quello che ci circonda deve essere letto in modo totalizzante: a mio avviso quello che riguarda gli ultras riguarda anche noi, anche chi fa altro, anche a chi piace il lancio del nano come sport. Inoltre penso che il segmento ultras venga letto dallo Stato come l'embrione sul quale provare provvedimenti e strumenti da allargare poi ad altri settori. Quindi quello che oggi tocca agli altri, domani tocca anche me con ottima probabilità. E sono abituato a preoccuparmi delle cose anche quando non toccano direttamente me. C'è una differenza tra una scheda per le medicine, o un c/c aperto per lavoro, e un pacchetto all inclusive che prevede un chip tracciabile e un IBAN con una banca scelta dalla società di calcio.

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