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Cecchin ovvero il culto della memoria


Trentun anni fa moriva a Roma il giovanissimo militante del Fronte della Gioventù, Francesco Cecchin, dopo 18 giorni di agonia, in seguito all'aggressione di un pattuglione di militanti di sinistra del quartiere Trieste. L'impunità dei colpevoli ha siocuramente contribuito a farne uno degli appuntamenti più sentiti a Roma, nel quadro di una più ampia tendenza "tanatofila" della destra radicale, nella commemorazione delle vittime degli anni di piombo, insieme ad Acca Larentia e a Primavalle. La cerimonia comincia la sera del 15, con la veglia funebre, e si conclude con il rito del presente. L'anno scorso, per il trentennale, affiorarono particolari tensioni contro i dirigenti di Alleanza nazionale accusati da militanti intransigenti dell'area radicale di non essere degni di celebrare il culto dei morti. Il problema si ripropone con più forza quest'anno, perché si è consolidata la tendenza del Pdl di assorbire direttamente interi spezzoni militanti e singoli quadri provenienti dalla destra radicale e quindi è utile (vedi il link del titolo) riproporre l'articolo scritto da me l'anno scorso in occasione delle polemiche del trentennale.

1 commento:

  1. Mi si fa osservare, nella mia pagina su facebook, che:
    "la divisione fra dr e pdl di roma è diversa da quella interna alla dr padovana. a roma la questione è che non basta fare il picchetto e la veglia per onorare un caduto, se ne rinneghi la memoria tutto l'anno con politiche dissennate e distanti da quei sentimenti, principi e simboli".
    Che dire? Osservazione giusta, la mia è una semplificazione/forzatura giornalistica

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