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Venticinque anni dopo, Maurizio Murelli ricorda Omar Vecchio



 Venticinque anni fa, il 31 luglio del 2000, mentre in Pakistan scalava il Diran Peak (7266 mt.) Omar Vecchio, già colonna portante della rivista “Orion”, venne travolto e ucciso da un seracco.

In memoria avrei voluto organizzare un degno evento, ma l’attuale mia situazione che mi vede impegnato in numerose iniziative imprescindibili me lo ha impedito. Confido però di riuscirci entro l’anno in corso, magari associandolo ad un’altra ricorrenza, i vent'anni (5 settembre 2005) della dipartita di un altro grande uomo, anch’egli avanguardia nella redazione di “Orion” [Carlo Terracciano, ndb]. Che gli dèi mi diano l’energia per assolvere a questo mio desiderio.
Poco prima di partire per il Pakistan aveva scritto la poesia “Essere cima
Non
basta salire
bisogna essere
la montagna che si sale.
Avere valli ed essere cima.
Bisogna esser gelidi come il Bianco
affilati come il Cervino, tempestosi come il Rosa
lontani come l’Aconcagua, placidi come il Cevedale.
Bisogna sapere unire restandosene isolati. Essere Cima.

PS/umt: Il clip sull'alpinismo come arte marziale occidentale apre il Dvd "I colori del nero". La testimonianza di Maurizio Murelli - dalla cui pagina facebook ho preso questo memento - è arricchito da preziosi spezzoni video da lui generosamente offerti: l'escursione al ghiacciaio del monte Rosa dove è sepolto Julius Evola, in occasione del trentennale della morte, il tuffo nella neve dell' Himalaya di Omar Vecchio

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