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Minacce e stalking contro Berizzi: condannato a 22 mesi senza condizionale




Per mesi, tra il 2020 e il 2021, ha perseguitato con minacce di morte e insulti in rete il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, sotto scorta da anni per minacce e attacchi continui da parte della galassia neofascista e neonazista della quale si occupa quotidianamente con il suo lavoro di inchiesta.

Adesso per quel pressing continuo e intimidatorio via social, Mauro Andrioli, 60 anni, origini svizzere, abitante a Bussolengo (Verona), è stato condannato dai giudici del tribunale di Bergamo a un anno e 10 mesi di carcere (la pena non è sospesa perché l’imputato è pregiudicato) e a un risarcimento danni quantificato in 10 mila euro per la parte offesa (Berizzi) e in 3 mila euro per la Federazione italiana stampa italiana che nel processo si è costituita parte civile a fianco del giornalista. Il reato è stalking, che abbraccia anche le gravi minacce, e diffamazione.

La lettura della sentenza è arrivata questa mattina nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Bergamo. Assente l’imputato, in aula era presente oltre al pm Emanuele Marchisio – il sostituto procuratore che il 5 giugno scorso aveva pronunciato una dura requisitoria chiedendo 2 anni e mezzo di pena – Paolo Berizzi assistito dall’avvocato Paolo Tabasso (foro di Padova) che rappresentava legalmente anche la Fnsi.

“Hai i giorni contati”, “quando ti tolgono la scorta ci vediamo...”, “vai polverizzato e dato fuoco”, “contro di te servono armi e pugno duro”, “devi essere sfregiato”, “una ronda te la farà pagare”.

Sono solo alcune delle decine di minacce e attacchi che Andrioli – bodybuilder sedicente “operatore nel settore della sicurezza”, evidenti simpatie neonazifasciste – ha indirizzato a Berizzi commentando articoli, scritti e post dell’inviato di Repubblica. Un flusso di odio che – secondo la procura di Bergamo – ha configurato il reato di stalking per la pervicacia, la virulenza e la costanza che lo hanno caratterizzato.

Tra quindici giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza pronunciata dal giudice Patrizia Ingrascì. Sono numerosi i procedimenti istruiti in diverse procure italiane che vedono Paolo Berizzi parte offesa per minacce, diffamazione e azioni intimidatorie nei suoi confronti. Al centro sempre la sua ultraventennale attività giornalistica di inchiesta e denuncia dei gruppi neofascisti e neonazisti italiani. Tra questi, oltre a Forza Nuova e CasaPound ed altri, anche gli hitleriani militanti della Comunità dei Dodici Raggi di Varese – recentemente al centro di un’operazione del Ros dei carabinieri che ha portato al sequestro di armi – che a marzo 2022 inscenarono un processo sommario di piazza contro il giornalista, ad Azzate, dove Berizzi presentava un suo libro inchiesta sulla galassia nera ospite dell’Anpi e del Comune.

FONTE: la Repubblica

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