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Andriola: Adriano Romualdi un ponte tra vecchia e nuova destra


Un'interessante nota sulla pagina facebook di Matteo Luca Andriola sottopone al pubblico dibattito un'ipotesi interessante: Adriano Romualdi
 è stato in Italia un ponte fra «vecchia destra» neofascista e «nuova destra metapolitica» postfascista, interessandosi a temi – vedi gli indoeuropei o la konservative Revolution tedesca – di cui si occuperà il GRECE parigino in quegli anni


Adriano Romualdi, figlio di Pino, il leader missino ex vicesegretario del Partito fascista repubblicano nella RSI e presidente del MSI, fu allievo di Augusto Del Noce e di Renzo De Felice, avviato alla carriera accademica, oltre che collaboratore di quasi tutte le riviste neofasciste degli anni Sessanta, soprattutto «Ordine Nuovo». Fu anche promotore di numerose iniziative editoriali e autore di una nutrita bibliografia che simboleggiò il fulcro dell’humus culturale dell’ambiente della destra neofascista a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Romualdi può quasi sicuramente essere considerato uno degli allievi più originali di Julius Evola, al pari del «tradizionalista rivoluzionario» Franco Freda e comparabile, in Francia, a figure come François Duprat, saggista e politico francese, membro fondatore del Front National e parte della sua leadership fino al suo assassinio nel 1978, uno dei principali artefici dell'introduzione del negazionismo dell'Olocausto in Francia.
Romualdi fu anche autore di un saggio monografico sul pensiero filosofico-politico di Julius Evola[1], che rappresenta una vera e propria testimonianza del magistero esercitato dal filosofo della Tradizione presso tutta la cultura della destra radicale europea dopo il 1945.
Fra gli studiosi del neofascismo italiano, unanime è stato il riconoscimento del ruolo politico ed ideologico decisivo svolto dall’opera di Romualdi. Quest’ultimo, infatti, è stato ritenuto un «autore acuto» e la «più forte intelligenza della destra radicale (non cattolica) italiana dopo Evola»[2].
Romualdi, inoltre, coltivando interessi che spaziavano dalla konservative Revolution all’archeologia e alle culture indoeuropee, rappresentò negli anni Sessanta e nel decennio successivo – fino alla sua tragica morte avvenuta in un incidente stradale, nel 1973, a soli trentatré anni – un punto di riferimento importante nella costruzione della “mappa” ideologica della destra radicale italiana.
Attraverso l’attenzione verso tutti questi temi così differenziati l’intellettuale perseguiva due obiettivi: svecchiare la destra radicale italiana, adeguandola alla nuova situazione storico-politica maturata in Italia e in Europa negli anni del secondo dopoguerra e, su un piano più generale, una riattualizzazione dell’esperienza del fascismo, da renderla non locale ma europeista, e ciò in contrasto con le riflessioni del maestro Renzo De Felice, e ciò lo rende una sorta di ponte fra «vecchia destra» neofascista e radicale, visti i legami con il Centro Studi Ordine Nuovo, e la «nuova destra metapolitica» che nascerà dal 1974 in avanti, visto l'interesse del tutto inedito, nel panorama culturale della destra radicale italiana, per temi come gli indoeuropei o la konservative Revolution tedesca di cui si occuperà il GRECE di Alain de Benoist in quegli anni.
NOTE:
[1] Cfr. A. Romualdi, Julius Evola: l’uomo e l’opera, Volpe, Roma 1979, prima edizione 1966.
 [2] D. Cofrancesco, La destra radicale dinanzi al fascismo, in AA.VV., Nuova destra e cultura reazionaria negli anni ottanta, Atti del convegno di Cuneo, novembre 1982, «Notiziario dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e provincia», n. 23, 1982.
Bibliografia:
- F. Germinario, Estranei alla democrazia. Negazionismo e antisemitismo nella destra radicale italiana, Pisa, BSF, 2001, pp. 31-35.
- Per una ricostruzione di parte neofascista e neodestra della figura di Adriano Romualdi si veda AA.VV., Adriano Romualdi. L’Uomo, L’Azione, Il Testimone, atti del convegno di studi sulla figura e l’opera di Adriano Romualdi, nel trentesimo anniversario della scomparsa, Associazione Culturale Raido, Roma 2003 e Alain De Benoist, Franco Petronio, Giovanni Volpe et al., Adriano Romualdi. Conservatore rivoluzionario. Gli atti del Convegno di Forlì, 1983, dieci anni dopo la sua scomparsa, Eclettica, Massa Carrara 2016.

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