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Perché la Meloni attacca la Cgil scuola, un sindacato che vuole "fare quadrato"?


 Io sogno una Nazione nella quale tu per essere un buon docente non devi avere la tessera della Cgil, per fare bene il magistrato non devi essere per forza iscritto all’Anm.

Così il segretario di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, durante un comizio a Catania.

E ancora: “Sogno una nazione in cui le persone che hanno dovuto abbassare la testa per tanti anni facendo finta che la pensavano in maniera diversa se no sarebbero stati tutti cacciati, possano dire come la pensano e non perdere il posto di lavoro. Io voglio un’Italia normale”.

Pronta e dura la risposta della Flc Cgil:

“L’onorevole Meloni nella foga della campagna elettorale durante un comizio a Catania ha dichiarato: “Sogno una nazione nella quale tu, per essere un buon docente, non devi per forza avere la tessera dalla Cgil” insultando in un colpo solo gli iscritti alla Cgil e tutta la scuola italiana. Ricordiamo, incidentalmente, all’onorevole Meloni, che libertà di insegnamento e libertà di iscrizione a qualunque sindacato sono principi fondamentali della Costituzione italiana non a caso nata dalla lotta contro il fascismo che quelle libertà, insieme a tante altre, aveva cancellato. Ma siamo certi che di questo sia perfettamente al corrente. Piuttosto che fare accuse evidentemente false, che offendono chiunque conosca anche solo vagamente la scuola italiana, l’onorevole Meloni ci spieghi meglio qual è la sua idea di scuola, cosa intende fare per il nostro sistema di istruzione e come intende affrontarne le tante emergenze a partire dai bassi salari, gli organici insufficienti, il precariato e il tempo scuola”.

Una tempesta in un bicchiere d'acqua


(umt) E' forse questo il primo clamoroso errore in una campagna elettorale finora quasi perfetta di Giorgia Meloni. Perché attaccare la Cgil scuola quando da tempo il maggior sindacato di sinistra della pubblica amministrazione ha scelto di preparare il riposizionamento.in vista di un governo di centrodestra fortemente spostato a destra? Come si spiega, altrimenti, la scelta di scegliere un mantra della fascisteria, "Fare quadrato", come headline della campagna per le elezioni delle rappresentanze sindacali del pubblico impiego, svolte agli inizi di aprile? 

Certo, il genio che ha prodotto la campagna poteva ignorare la canzone dei Londinium SPQR, una band dichiaratamente fascio-rock, ma possibile che né lui né i vari dirigenti sindacali che l'abbiano approvata abbiano visto una sola performance di Caterina Guzzanti nei panni di Vicky, la fascio-coatta di CasaPound che sotto attacco alternava come scudi spaziali gli slogan: "E le foibe, allora?" e, appunto "Fare quadrato"?


Tante domande, nessuna risposta.

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