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E' morto Guerin Serac, il capo dell'Internazionale nera

Questa dovrebbe essere l'unica foto in circolazione di Yves Gillou. E' il primo da sinistra, mentre riceve una medaglia al valore. L'ha trovata e segnalata tempo fa Andrea Zanardo, scavando in un improbabile forum di fanatici delle decorazioni militari. Io l'ho pubblicata in un post sul 12 dicembre tre anni fa e, per una cattiva abitudine (non appilarsi gli archivi digitali con i materiali reperibili in rete) non l'avevo salvata. Ma, implacabile, arriva Alessandro Smerilli a ricordarmi che in effetti una foto esiste ... Confermando un mio delirio narcisistico: se una storia di fascisteria esiste, nei miei blog ce n'è traccia :-) 


 "Il 9 marzo scorso, vicino a Tolone, è morto un uomo che per tutta la vita ha cercato di non farsi trovare. Aveva 96 anni e si chiamava Yves Guillou, anche se alle cronache e alle procure era meglio noto col suo nome di battaglia - Guerin-Serac". 

Lo scoop lo annuncia con uno strillo in prima il Manifesto e sulla sua pagina facebook uno degli autori, il giornalista Andrea Sceresini che ha collaborato con Guido Salvini al suo testo su piazza Fontana.

Ex militare dell'esercito francese ed ex agente dell'Oas, era uno dei leader del movimento di ufficiali cattolico integralisti che, alla luce dell'esperienza algerina, elaborò la dottrina della "guerra rivoluzionaria". Nel 1966 fondò a Lisbona l'agenzia stampa Aginter Press, articolazione pubblica dell'OACI, l'orgaizzazione anticomunista internazionale che aveva lo scopo di "combattere l'avanzata del comunismo in Europa e nel mondo". Durante gli anni Sessanta e Settanta, Aginter Press è stato uno degli hub della cosiddetta "Internazionale nera". Poi nel 1974 c'è stata la rivoluzione dei Garofani e Serac - dopo un breve soggiorno nella Spagna franchista dove si è appoggiato alla rete nazionalrivoluzionaria di Delle Chiaie, con cui cui già aveva collaborato in Africa - è letteralmente scomparso nel nulla. Per decenni giornalisti e magistrati lo hanno cercato invano. Di lui esisteva una sola fotografia, peraltro scattata di spalle. 

E ora lasciamo la parola a Sceresini che ricostruisce lo scoop:

Qualche tempo fa ho provato anche io a mettermi sulle sue tracce. Non ho mai vissuto gli anni delle bombe, ma ne ho letto molto e ho conosciuto tanti di coloro che c'erano. È da quelle sconfitte - e da quegli episodi terribili, che ancora oggi gridano vendetta, come l'assassino dell'anarchico Pinelli, l'eccidio di stato del 12 dicembre, l'ordigno di Brescia che fece strage di operai e sindacalisti della scuola - che è sorta la società borghese e disgraziata nella quale ci troviamo a vivere. Perciò scovare Serac era diventato un punto d'onore, non solo sul piano giornalistico: intervistarlo - credevo - sarebbe stato comunque un modo per sputargli in faccia. Ma oggi Guerin-Serac non può più parlare. Un paio di settimane fa io e l'ottima Piera Mungiguerra siamo andati in Costa Azzurra a cercare coloro che lo hanno frequentato negli ultimi anni. Fingendoci nipoti di un ex militante neofascista - e ibridando l'uso di Google Translate con qualche frase smozzicata in francese - siamo riusciti a conquistare la fiducia di alcuni di loro. Quella che ne è uscita è una storia strana e inquietante, che purtroppo lascia aperti ancora molti interrogativi. Potete leggerla domani su Alias, il settimanale de il manifesto


1 commento:

  1. ...la rete nazionalrivoluzionaria del caccola?... ma quando mai?!?!... giorno verrà che saranno messi i puntini sulle i e tanti "miti" si scioglieranno alla luce del Sole...

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