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La Cassazione annulla gli arresti del presunto killer di "Diabolik"

 


I giudici della Cassazione annullano il provvedimento di conferma degli arresti per Raul Esteban Calderon, ritenuto il killer di Fabrizio Piscitelli («Diabolik»). Si tratta di una decisione che potrebbe rivoluzionare il quadro delle accuse mosse dalla Procura nei confronti del presunto killer e restituirgli la libertà in breve perché la Cassazione ha deciso che il caso deve tornare al tribunale del Riesame. Quello che è sicuro è che traballa l’impianto accusatorio mentre la difesa di Calderon, rappresentato dall’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, consegue una vittoria importante.

Fra le molte argomentazioni spese nel proprio ricorso, l’avvocato aveva sostenuto come fosse particolarmente fragile l’argomento che potremmo chiamare “fascia e bandana”. Ossia il fatto che Calderon avesse inteso nascondere sotto la fascia alla gamba alcuni tatuaggi che lo avrebbero reso riconoscibile e in simultanea avesse mascherato dietro la bandana la stempiatura. Una sorta di travisamento che si era reso necessario a protezione di sé, aveva sostenuto l’accusa. Ebbene nel proprio ricorso la difesa demolisce queste ipotesi come particolarmente insignificanti.

Calderon era stato arrestato a dicembre del 2021, oltre due anni dopo l’omicidio nel parco degli Acquedotti. L’argentino avrebbe ucciso Fabrizio Piscitelli nel quadro di una faida tra gang criminali in seguito al compimento dell’evoluzione criminale di «Diabolik» da semplice «Irriducibile» a narcotrafficante di peso. Gli investigatori erano risaliti a Calderon grazie (anche) a telecamere private che avevano ripreso il luogo dell’agguato. Ma contro il presunto killer c’era addirittura una sorta di confessione raccolta da una persona molto vicina a lui.

Calderon ha sempre negato le accuse sostenendo di non essere stato lui a uccidere Piscitelli. La Procura lo accusa anche di un altro omicidio, quello dell’albanese Shehai Selavdi, avvenuto in concorso con Enrico Bennato. I due delitti, secondo gli inquirenti, sarebbero legati da un unico filo conduttore. Ora però all’indomani della decisione dei giudici della Cassazione, tutto è rimesso in discussione.

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