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Nostalgia canaglia, i fratelli di Napoli al ristorante tra le effigi del Duce

di Carlo Alberto Paolino. 

 Tre giorni di “vera politica” alla conferenza programmatica di Milano dove la leader di Fratelli d’Italia  Giorgia Meloni, acclamata come futura condottiera del centro-destra,  nel suo discorso di chiusura della kermesse,  ha voluto chiarire e ribadire una volta per tutte,  che il suo partito “parla” soltanto di grandi e piccoli problemi cercando di trovare soluzioni, lanciando una stoccata a coloro che pensano che all’interno del primo partito italiano ci possano essere beghe o  polemiche fra iscritti, militanti e dirigenti di partito. Ma la presidente del Partito Europeo dei Conservatori e Riformisti  va ben oltre, rispondendo ad alcuni cronisti, durante la sua permanenza milanese,  prende le distanza da gruppi legati ancora a vecchie ideologie:  “quelli non siamo noi”,  definendo il gesto del “saluto romano” come antistorico. Giorgia Meloni con la sua classe dirigente quindi  è pronta a governare e dare un nuovo volto a questa Europa, via i calendari raffiguranti il Duce dai locali assegnati al gruppo consiliare di Fratelli d’Italia di Napoli poco opportuni e di parte, affissi in una sede istituzionale come dichiarato dal responsabile napoletano Sergio Rastrelli che, da tempo  ha iniziato una “bonifica” interna nominando dirigenti iscritti dai tempi del Movimento Sociale Italiano, sorridiamo alle parole di Vittorio Feltri invitato alla convention: "Sono contento che questa conferenza si tenga a Milano perché tutto succede a Milano, anche dal punto di vista politico. Non a caso il fascismo è nato a Milano". "Berlusconi non è di Sorrento, la Lega è nata a Milano".

Eliminando nostalgie con un’ottica proiettata verso un futuro di una nuova destra e grazie ad una  leader  di aver portato un partito ai vertici dei sondaggi,  “ci vediamo da Oscar prima o poi” festeggiando ammirando effigie del ventennio bevendo una bottiglia di vino etichettata “Benito Mussolini”.

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