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25 aprile a Castellammare di Stabia Fratelli d'Italia ricorda il bersagliere Finamore ucciso dai partigiani

Nella mattinata di lunedì 25 aprile presso il cimitero di Castellammare di Stabia una delegazione di militanti di Gioventù Nazionale e di Fratelli d'Italia, guidata dall'avvocato Ernesto Sica, già consigliere comunale,  ha ricordato il bersagliere Alessandro Roberto Finamore, che aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana, ucciso barbaramente a soli 19 anni dalla Brigata Partigiana IV Apuana. La sua testa, mozzata, impalata ed esposta, fu rinvenuta dalla madre il 25 Aprile del '45. 

 L'avvocato Ernesto Sica, dirigente regionale di Fratelli ci narra un po' di storia di  Alessandro Roberto Finamore,  oriundo Stabiese nato  8/02/1926 a Verona figlio  un bersagliere ausiliario del reggimento L. Manara secondo battaglione Mameli. Figlio d'arte in quanto il padre Mario (Stabiese) era un colonnello dell'Esercito Italiano. Dopo l'armistizio, fu inviato in Toscana nella zona della lodigiana a presidiare i territori nel periodo tragico della guerra civile appena diciottenne insieme ad altri militi del btg. Mameli, che purtroppo seguirono la sua stessa sorte. Il 26 Febbraio del ‘45 Finamore faceva parte del nucleo di otto prigionieri, poco più che suoi coetanei ed inesperti bersaglieri, che caddero nelle mani dalla brigata partigiana lV apuana. La brigata, composta per lo più da comunisti, era guidata dal famigerato Renzo Ferrari ed era nota per la sua spietatezza ed era mal sopportata dalle popolazioni contadine poiché si distinse per continui soprusi e ladrocini. Almeno nove bersaglieri furono uccisi tra il 21 e 23 Aprile del ’45 a Fivizzano (MS). Le loro teste, impalate, furono esposte sul ciglio della strada come monito per gli altri. La testa di Alessandro fu mozzata dal corpo ed infilata su di un bastone, mentre il corpo fu gettato in una fossa comune. Il 25 Aprile del ‘45 la madre scoprì la morte del proprio figlio a soli 19 anni, e lo seppellì nel cimitero di Castellammare di Stabia senza il corpo. La lapide di granito nero, che tutt'ora sovrasta la tomba, fu apposta dal padre Mario con una commemorazione celebrata nel 1972 con la presenza del cappellano militare don Michele D'Auria il segretario della sez. del MSI Giacinto Di Sandro ed un folto gruppo di missini stabiesi. Ad Alessandro Roberto Finamore è sempre stata dedicata la sede del MSI a Castellammare di Stabia.

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