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Gli amerikani e la strage di Brescia: una storia già raccontata



 Quando l'hanno battuta le agenzie, poco prima di Natale, la notizia ha faticato a conquistarsi una breve. Due chiusure indagini per la strage di piazza della Loggia e due nuovi e semisconosciuti estremisti di destra accusati di aver messo la bomba che dilaniò Brescia alla fine del maggio di 48 anni fa, uccise otto persone, ne ferì un centinaio, inaugurò l'ennesima stagione dello stragismo di mano neonazista con la complicità di pezzi dello Stato. 

Già perché ha già due colpevoli, quell'attentato, arrivati però soltanto con la sentenza di Cassazione del 2017. Uno, Carlo Maria Maggi, ex capo dell'organizzazione neofascista "Ordine Nuovo" nel Triveneto, è morto l'anno dopo. L'altro, Maurizio Tramonte, la fonte "Tritone" del Sid (l'allora servizio segreto militare), sta ancora combattendo la sua battaglia per la revisione del processo. Per questo, le storie di Marco Toffaloni e Roberto Zorzi - che sono appunto i due accusati dell'ennesima indagine della Procura di Brescia - potrebbero benissimo essere due note a margine della storia nera d'Italia. Invece, nelle 280mila pagine (mal contate) di atti depositati in Tribunale, e consultati integralmente da Repubblica, c'è molto altro.

 C'è la consueta ricerca documentale del "secondo livello" (quello degli uomini incardinati nelle istituzioni italiane) e ci sono nomi e cognomi di ufficiali degli apparati: Sid, Carabinieri, Polizia. Ma c'è, soprattutto, l'indicazione di un inedito terzo livello. Parliamo del Comando Forze Terrestri Alleate per il Sud Europa - leggi: Nato - il cui cuore sarebbe stato a Palazzo Carli, a Verona, la città di Toffaloni e Zorzi. Qui, con la copertura di generali dei paracadutisti italiani e statunitensi, si sarebbero svolte le riunioni preparatorie di un progetto stragista che avrebbe dovuto sovvertire la democrazia italiana e rinsaldare lo scricchiolante fronte dei regimi del Mediterraneo. Quello che, all'epoca, teneva insieme il Portogallo salazarista, la Grecia dei colonnelli e la Spagna franchista.

(umt) Così la Repubblica nei giorni scorsi ha presentato un robusto podcast sugli ultimi sviluppi della quinta (Buzzi, Ferri, Zani e c., Maggi) inchiesta sulla strage di Brescia. Tutte storie vecchie, in realtà. Perché il supposto ruolo di Toffaloni (un ragazzino all'epoca poi trasmigrato tra i nazi-esoterici e connesse bande) è emerso già dieci anni fa. Quanto al ruolo dei servizi militari americani (non la Cia) se n'è copiosamente occupato l'inchiesta di Guido Salvini (e qui andiamo verso i 30 anni)...

1 commento:

  1. Lo sapevano benissimo i compagni che combattevano contro l'imperialismo americano. Che usavano anche le armi dei partigiani. Per loro era una guerra di resistenza.

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