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Ricordando l'avvocato Salvatore Maria Sergio nel primo anniversario della sua morte



Il sei aprile di un anno fa, andava avanti Salvatore Maria Sergio, avvocato penalista, raffinato intellettuale, pittore, scrittore, studioso di storia e filosofia, esponente della destra sociale partenopea, già consigliere comunale del Movimento Sociale Italiano oltre che "federale". 

Il collega Massimo Scalfati dalla sua pagina Facebook traccia un ricordo di Salvatore Maria Sergio che riportiamo integralmente


Oggi, a Napoli, è venuto a mancare Salvatore Maria Sergio, intellettuale raffinato e completo, grande avvocato penalista, pittore, scrittore, studioso di storia e di filosofia, camerata.Di lui un breve (ed incompleto) ricordo.

Salvatore Maria SERGIO, nato a Torino nel 1934, discendeva da antica famiglia napoletana, che annoverava illustri esponenti delle professioni e della politica: tra essi, Giovan Antonio Sergio, giureconsulto ed erudito (un suo ritratto attribuito a Gaspare Traversi è conservato nel Museo di S. Martino), frequentatore dell’Accademia letteraria presieduta da Giovanni A. Castagnola, dove ogni giovedì si davano convegno il sommo Giambattista Vico, Francesco Rapolla, il giovane Metastasio, Paolo Mattia Doria, Carlo Serao, Giuseppa Eleonora Barbapiccola, Carlo Pecchia ed altri.
Nei primi anni Cinquanta, Sergio frequentò la Scuola di Disegno diretta dallo scultore Leonardo De Candia, discepolo di Stanislao Lista, e successivamente fu allievo di Manlio Giarrizzo, alla Scuola di Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove, poi, da Bruno Starita, apprese la tecnica dell’Incisione. In quegli anni si legò di amicizia con lo stesso Bruno Starita, Lucio Del Pezzo, Giuseppe Pirozzi, Gianni Pisani, Carlo Alfano, Carmine Di Ruggiero, Armando De Stefano, Guido Biasi, Luca Castellano.
A Figueras, nella Plaza de Toros, dove fu invitato dall'impresario Mario Gelart, conobbe Salvator Dalì: Conversarono di tori: il pittore catalano, ammirato della sua competenza in tema di tauromachia, eseguì un disegno dell'arena e gliene fece dono.
Laureatosi in Giurisprudenza si diede all’Avvocatura. Fu considerato tra i più grandi penalisti napoletani contemporanei.
L’impegno nel Foro (ma anche le altre attività che freneticamente svolse: scrittore, giornalista, critico letterario, saggista), tuttavia, non gli impedì di svolgere un’intensissima attività come pittore e incisore: "Matisse era avvocato e Gadda era ingegnere", gli piaceva dire con trasparente autoironia.
Nel 1994, fu pubblicata, a cura dell’ "Associazione Bibliofili & Artisti", la monografia: "Salvatore Maria Sergio, pittore, incisore, disegnatore, scenografo", scritti di Maurizio Vitiello, Ciro Ruju, Ettore e Mirila Capuano: catalogo ragionato delle opere ed antologia critica. Fra i molti che hanno scritto o si sono variamente occupati dell’opera di Sergio: Bruno Molajoli, Costanzo di Marzo, Arturo Bovi, Gino Grassi, Enrique Pérez Comendador, Carlo Barbieri, Pippo Rizzo, José Ortega, Mario Stefanile, Domenico Rea, Marco Valsecchi, Raffaele De Grada, Massimo Baistrocchi, Arcangelo Izzo, Vincenzo Ciardo, Giuseppe Sciortino, Armando Miele, Paolo Perrone Burali, Benedetta de Falco, Avelino Sotélo Alvarez, Albert Villers, Stefan Nash, Rodolfo Arévalo Mackry, Jimmy Holden, Luigi Iossa, Massimo Bignardi, Jahn Buhrman, Lucien Arbaud. Co-fondatore dell’"Associazione degli Amici dell’Accademia di Belle Arti", e socio della Fondation Maeght di St.-Paul- de Vence. Tra le sue opere recenti: una cartella d’incisioni, dedicata ai "Fiori del male" di Baudelaire, ed un’altra sul tema delle "Rime burlesche" di Francesco Berni.
Salvatore Maria Sergio fu anche impegnato in politica. Fu, a lungo, consigliere comunale di Napoli del MSI Movimento Sociale Italiano e dirigente nazionale di quel partito. Grande oratore, sapeva alternare argomenti propriamente politici con temi di storia e filosofia, di cui era profondo studioso. Fu il tipico esponente della Destra missina napoletana, che negli anni ’60 si caratterizzò per la presenza di uomini di cultura ed intellettuali.
Salvatore Maria Sergio si laureò anche in "Diritto musulmano" alla prestigiosa Scuola di Studi Islamici dell’Istituto Universitario Orientale. Era anche studioso di storia delle religioni.
Giornalista pubblicista, collaborò a lungo con il giornale ROMA fin dal tempo di Achille Lauro, nonché con il Secolo d’Italia e con la miriade di riviste che si pubblicavano nell’ambiente del MSI.
Fu autore di libri, tra cui i più noti quelli dedicati alla professione forense.

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