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Aldo Giannuli: Il Golpe Borghese fu un avvertimento per bruciare i fascisti ed ammansire il Pci


Il golpe Borghese, il tentativo di colpo di Stato avvenuto nella notte fra il 7 e l’8 dicembre 1970, fu un "avvertimento", un "doppio colpo". Da un lato "per bruciare la carta del colpo di Stato e i fascisti" e dall’altra "per trattare con un Partito comunista più ammansito". E a cavalcare abilmente il caos di quei giorni fu Giulio Andreotti, uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana e della politica italiana di quei decenni.  Lo spiega lo storico Aldo Giannuli, ricercatore in Storia contemporanea all’Università degli Studi di Milano, contattato dall’Adnkronos. 

Giannuli per diversi anni è stato consulente delle Procure di Milano, per la strage di piazza Fontana, di Brescia, per l’eccidio di piazza della Loggia, come anche di Roma, Palermo, Pavia e Bari. Dal 1994 al 2001 ha collaborato con la Commissione Stragi ed è autore di numerosi libri sulle stragi avvenute in Italia, sulla strategia della tensione e sui servizi segreti. Il golpe Borghese, spiega Giannuli, che sull’episodio domani pubblicherà sul suo canale Youtube un video con un racconto dei fatti e la sua visione, "è stato liquidato dal 1974 come una sorta di commedia all’italiana in cui un gruppetto di reduci un po’ rimbambiti alleati a un gruppo di giovani facinorosi voleva tentare un colpo di Stato". E anche negli anni successivi "ci fu una sorta di amnistia concordata" sugli avvenimenti di quella notte. 

Per Giannuli i cospiratori non avrebbero "mai avuto la forza di fare veramente un colpo di Stato, pur avendo attivato quasi 20mila persone in tutta Italia. Certo pensavano di avere l’appoggio di una serie di reparti dell’esercito, oltre che la benevola neutralità o protezione della Nato e degli Stati Uniti". Ma poi i militari, "posto che avessero veramente l’intenzione di dare il loro contributo, si tirarono indietro, come anche gli americani". In realtà negli ambienti statunitensi "c’era gente che guardava con simpatia l’operazione, però a livello politico prevalevano le perplessità. L’idea di una fascia mediterranea di governi militari dal Portogallo fino alla Turchia era una cosa che impensieriva l’amministrazione statunitense, che temeva una destabilizzazione troppo forte per l’Europa".


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