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Strage di Bologna: a proposito di vecchia istruttoria e nuova inchiesta

Paolo Morando pone un quesito interessante sulla sua pagina facebook
Questo libro del 1986 contiene l'ordinanza dei giudici istruttori Castaldo e Zincani alla base della prima condanna ai Nar per la strage di Bologna. Rileggendo in questi giorni volumi e sentenze in materia, sono logicamente partito da qui. E mi ha impressionato (non la ricordavo) la mole convergente di voci raccolte nell'estremismo di destra a carico appunto dei Nar. Non la ricordavo perché da anni il dibattito pubblico, o parte di esso, si è spostato come sappiamo in altre direzioni. Mi chiedo quanto di quelle risultanze (non quindi le questioni Sparti, Mangiameli, telefonata Ciavardini: intendo proprio le testimonianze venute dal mondo della destra) sia stato scalfito nelle inchieste successive, anche giornalistiche.

Molte cose ci sono da dire (penso al rovesciamento sulla questione "palestinese") ma ogni piede deve restare nella sua scarpa.
Per quel che mi riguarda c'è un aspetto estremamente interessante tra la sentenza ordinanza di rinvio a giudizio e gli scenari che trapelano sulle nuove indagini della Procura generale: nella continuità della colpevolezza dei Nar e del ruolo di mandante della P2 si registrano infatti aggiustamenti assai significativi, che per un aspetto vanno a rappresentare un rovesciamento di "fronte". Fin quasi a costituire un unicuum nella pur arravogliata storia del ruolo giocato dai servizi segreti nell'intreccio con l'eversione di destra.
L'ordinanza, a mio avviso, funzionava molto di più, come impianto "ingegneristico", come modello "organizzativo" di quello che è uscito alla fine dal maxiprocesso (per semplicità di ragionamento teniamo fuori Ciavardini e Cavallini).
A organizzare la strage è una struttura fortemente verticalizzata e articolata in tre livelli:
  1. in cima non la P2 ma il gruppo di potere che esercitava il sostanziale controllo del Sismi, con Gelli, Pazienza, Musumeci e Belmonte. Il capo del Sismi non entra nell'inchiesta per sopraggiunta morte;
  2. i principali quadri di Ordine nuovo clandestino in Italia: Signorelli, Fachini, De Felice. Anche qui manca un imputato eccellente, Aldo Semerari, criminologo piduista ucciso dalla camorra;
  3. i "ragazzini" pluriomicidi dei Nar.
Non avendo superato il livello della diceria vaga il ruolo di Fioravanti come "killer di fiducia" di Gelli, i giudici istruttori bolognesi si premurano di costruire un bel marchingegno: il livello intermedio svolge un compito essenziale di cinghia di trasmissione, tra i professori piduisti De Felice e Semerari che trattano con Gelli e i "quadri operativi" Fachini e Signorelli che hanno invece collegamento con i "guerrieri neri".
Purtroppo questa macchineria non supera il vaglio dibattimentale. 
Il primo livello è declassato a un semplice ruolo di depistaggio (il ruolo giocato con l'operazione terrore dei treni su cui non mi dilungo) e quindi le condanne sono solo per calunnia. Gli esponenti della cinghia di trasmissione sono assolti. Dei responsabili materiali l'unico di cui era certa e incontestata la presenza, Picciafuoco, alla fine sarà assolto. Gli unici condannati per strage sono Mambro e Fioravanti, mentre a Giuliani e Cavallini tocca solo la banda armata.
Una sentenza monca, in tutta evidenza, come riconoscono gli stessi "colpevolisti" soollecitando a più riprese la caccia ai mandanti.

Il ragionamento sull'attualità è ovviamente più sfumato. Non abbiamo ancora una narrazione organizzata in un atto giudiziario pubblico, coerente e strutturato e quindi siamo nel campo delle congetture. Comunque, a quanto leggo, la Procura generale ha maturato il convincimento che Gelli (con o senza) un factotum ha consegnato materialmente un congruo acconto per l'esecuzione della strage. Resta quindi il mandato piduista, ma saltano i livelli di mediazione, gli anelli di congiunzione (semplificando: Semerari frequenta tanto Gelli quanto Signorelli, Signorelli e Fachini hanno contatto con quadri operativi come Calore che "fa cose" con Fioravanti). Più evidente del rapporto diretto Gelli-Fioravanti, dalle carte emergono invece pagamenti al superpoliziotto D'Amato e al direttore del Borghese, ex senatore di Msi e poi Democrazia nazionale, Mario Tedeschi. Anche se questi fondi sembrano destinati a finanziare operazioni di depistaggio e di disnformazione (sulla Strage? sembrerebbe di sì) anche questi ultimi due sarebbero considerati nella catena di comando della strage e quindi considerati responsabili come organizzatori. Non andranno neanche loro a processo. Sono morti da tempo. 

E qui la cosa si fa interessante: perché D'Amato era, al di là dei ruoli formali, spesso di scarsa visibilità, senza dubbio il numero 1 dei servizi segreti civili. E quindi i complici di Gelli nell'organizzazione della strage (nella ricostruzione dei giudici istruttori dell'86, nelle ipotesi della procura generale nel 2020) cambiano completamente fronte: dall'asse Sid-Sismi alla filiera Affari riservati-Sisde. Una differenza mica da poco...

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