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21 giugno 1971. Rognoni ricorda: l'assalto al circolo Perini? Un equivoco


21 giugno Milano. Aggressione di una squadra fascista contro il circolo culturale "Perini", a Vialba, dove si svolge un dibattito sul tema "Il comportamento della magistratura di fronte agli aspetti nuovi del fascismo". 
Una cinquantina di fascisti lanciano sassi, biglie di acciaio, sparano alcuni colpi di pistola e tre razzi; rovesciano una vettura. Il pittore Giovanni Cocco è colpito da una pallottola alla testa; un carabiniere in borghese e una ragazza sono feriti. Quattro fascisti sono fermati durante gli scontri; quattro arrestati nei giorni successivi.

Così il Rapporto sulla violenza politica in Lombardia, un must delle attività editoriali dei consigli regionali negli anni 70, ricostruisce l'episodio. Scontri pesanti che, apprendiamo oggi, essere nati per un equivoco. Così è andata, lo testimonia uno dei fascisti accusati dell'assalto, Giancarlo Rognoni, nel libro appena uscito, La Fenice (Ritter edizioni) scritto a quattro mani con Ippolito Edmondo Ferrario

L’episodio che però sancì l’inizio delle mie disavventure giudiziarie fu la cosiddetta aggressione al Circolo Perini, che ebbe a lungo l’onore della prima pagina. Qualche giorno prima dei fatti fui avvisato di un dibattito sul fascismo che si sarebbe tenuto al circolo stesso. Me ne parlò Remo Casagrande, storico militante missino di Quarto Oggiaro, invitandomi ad andare insieme a lui e ad altri. Accettai, e il 21 giugno del 1971 ci recammo alla serata. Eravamo in tanti, ma non tutti avevano interesse ad ascoltare il dibattito e, come spesso succedeva, alcuni preferirono attendere fuori; qualcuno si spostò in un bar non lontano. Il circolo era chiaramente un luogo di aggregazione della sinistra, ma l’atmosfera era abbastanza tranquilla. Prendemmo posto all’interno della sala e partecipammo alla discussione. Si creò qualche scontro verbale, anche acceso, ma nulla che facesse presagire cosa sarebbe successo. Terminati i nostri interventi decidemmo di lasciare la sala. Qui accadde l’equivoco dal quale si scatenò ciò che poi sarebbe stato definito, impropriamente, l’assalto al circolo. Nello stesso momento in cui uscivamo, i camerati che erano rimasti fuori si stavano avvicinando al circolo. Se non ricordo male stavano cantando e facendo un po’ di confusione. La persona addetta agli ingressi, vedendoli arrivare in gruppo – saranno stati una trentina -, si affrettò a chiudere il portone per non farli entrare. Posso comprendere la sua paura, anche se non c’erano intenzioni violente da parte loro. Ma nello stesso tempo i camerati che sopraggiungevano, vedendo che ci veniva impedito di uscire, equivocarono e pensarono ad una trappola tesa nei nostri confronti. A quel punto le cose trascesero e scoppiò il finimondo. 

Ps: Sono passati quasi 50 anni e quindi qualche velo della memoria è più che giustificato ma alcuni piccoli episodi precedenti l'incidente del Parini Rognoni li aveva in curriculum, come ci ricorda lo stesso Rapporto. Le schede biografiche, infatti, non mancavano mai nei dossier. Quella di Rognoni comincia così:
16.4.1969 Rimini: aggressione, denunciato a piede libero. I! Giorno 17.4.1969
8.3.1970 Partecipa all'aggressione alla sede del P.c.l. di Brescia. Avanti! 29.4.1973
4.11.1970 Arrestato per manifestazione non autorizzata a Milano. Corriere della Sera 5.11.1970
3.7.1971 Milano: ordine di comparizione per l'assalto al Circolo "Perini". l'Unità 4.7.1971.
Evidentemente si erano risolti tutti in nulla di fatto... 





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