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26 maggio 1980: commando nero uccide una guardia giurata

A prendere per buone le cronache dell'Unità, la guardia giurata Vincenzo Totonelli, 48 anni, muore ammazzato perché è troppo sveglio. Sono le 12.30 del 26 maggio 1980. Lui è in servizio davanti all'agenzia 14 della Banca commerciale italiana, detta Comit, a via Bevagna, Tor di Quinto. Tre giovani scendono da una Ritmo Bianca. Basta uno scambio di sguardi. Lui capisce che sono banditi, loro che non hanno tempo per arrivargli sotto e disarmarlo. 
Parte il tiro al bersaglio, sparano tutti e tre, dieci colpi, si affacciano alla porta della banca ma poi rinunciano al colpo e se ne vanno. Si scoprirà che il proiettile mortale è stato sparato da una calibro 38 che sarà sequestrata pochi giorni dopo ad Elio Di Scala, detto Kapplerino, un minorenne già ben noto alla Digos per la sua militanza neofascista. Cristiano Fioravanti racconterà poi che a tentare il colpo in banca quella mattina c'era anche Alessandro Alibrandi. Quarant'anni dopo l'arma finirà nella superperizia per l'omicidio di Piersanti Mattarella: le righe della canna hanno lo stesso orientamento della rivoltella usata dai killer del presidente della Regione Sicilia, ma altri particolari non coincidono. Gli esperti del Ris escludono che sia quella l'arma del delitto

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