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10 maggio 1933: gli studenti nazisti celebrano i roghi dei libri


Le cosiddette Bücherverbrennungen (in italiano "roghi di libri") sono stati organizzate nel 1933 dalle autorità tedesche, durante le quali bruciarono tutti i libri non corrispondenti all'ideologia nazista. Due giorni prima era stato diffuso un elenco delle opere da distruggere:
dei teorici marxisti, dei sostenitori della Repubblica di Weimar, dei saggisti critici dei fondamenti etico-religiosi della nazione, degli scrittori pacifisti e, per finire con una categoria che lasciava ampio margine alla creatività militante, “autori che erano espressione dell'espansione della società urbana”, condannano così al rogo tanti autori dell'intellighentsia di sinistra ed ebrea, da Mann a Grosz ad Einstein.
Durante i roghi bruciarono così i libri scritti da famosi scrittori socialisti, come Bertolt Brecht e August Bebel, le opere del fondatore del socialismo Karl Marx, i testi degli scrittori austriaci "borghesi" come Arthur Schnitzler, i lavori di "influenze straniere corrotte", come quelli di Ernest Hemingway, Jack London, Helen Keller o Herbert George Wells, e i libri di noti autori ebrei come quelli scritti da Franz Werfel, Max Brod e Stefan Zweig.
I roghi furono un'idea della Deutsche Studentenschaft (Associazione degli studenti tedeschi) per rimuovere dal Reich «la corruzione giudaica della letteratura tedesca». Il più grande rogo avvenne il 10 maggio 1933 nell'Opernplatz berlinese: bruciarono 25mila testi. L'operazione fu “benedetta” da oseph Goebbels che presenziò tenendo un discorso per affermare che i roghi erano un ottimo modo "per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato". In piazza si radunarono 40mila berlinesi per ascoltare il gerarca lanciare il suo messaggio contro la cultura:
«No alla decadenza e alla corruzione morale! Sì alla decenza e alla moralità nelle famiglie e nello stato! Io consegno alle fiamme gli scritti di Heinrich Mann, Ernst Gläser, Erich Kästner.
L'era dell'intellettualismo ebraico è giunta ormai a una fine. La svolta della rivoluzione tedesca ha aperto una nuova strada ... L'uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo fatto di carattere.
In dodici anni, sulla base di calcoli abbastanza difficili da documentare, si è parlato di un totale di cento milioni di volumi distrutti. Chissà se nel calcolo rientrano anche le opere distrutte per i crolli e gli incendi prodotti dai bombardamenti sui centri abitati.
Il 6 aprile 1933, il principale ufficio della Stampa e della Propaganda dell'Associazione studentesca della Germania proclamò un'"azione contro lo spirito non tedesco" a livello nazionale, durante la quale si doveva effettuare una "pulizia" della cultura tedesca usando il fuoco. Due giorni dopo furono diffuse le 12 tesi, che evocavano di proposito le 95 tesi di Lutero
La notte del 10 maggio, nella maggior parte delle città universitarie, gli studenti nazionalsocialisti marciarono in fiaccolate "contro lo spirito non tedesco": professori, rettori e studenti furono radunati alla presenza delle autorità naziste in punti d'incontro dove poterono assistere al rogo dei libri non desiderati, gettati dentro i falò, in un'atmosfera di gioia dove erano presenti perfino delle orchestre. In alcune località i roghi furono celebrati il 21 giugno, durante il solstizio d'estate. Alcuni raid colpirono i testimoni di Geova.

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