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Rivolta di Reggio, l'amministrazione comunale costituisce un comitato per il 50 anniversario dimenticando i protagonisti


Il 14 luglio del 1970 la città di Reggio Calabria si ribellò alla decisione del governo dell'epoca di privarla del ruolo di capoluogo di regione. Con l'istituzione dell'ente Regione Calabria nel 1970 era iniziato un dibattito sulla collocazione del capoluogo, poiché più d'una città aspirava a esserlo. In mancanza di enti regionali fino a quella data non vi era legalmente un capoluogo ufficiale, anche se molti testi e pubblicazioni avevano sempre in precedenza indicato la città di Reggio Calabria (città tra le più antiche ed importanti di tutta la Magna Grecia) come capoluogo della Calabria, ed alcuni hanno continuato a farlo anche in seguito.
I mesi successivi al 14 luglio furono di grande tensione e di drammatiche proteste : scuole e uffici pubblici chiusi, barricate in molti quartieri, scontri con le forze dell'ordine, carri armati per le strade, morti, feriti, arrestati, processati. Reggio Calabria pagò un prezzo altissimo per questa sua ribellione.
In vista del prossimo 14 luglio, giorno del cinquantenario della rivolta, il comune ha istituito il comitato civico per le celebrazioni dell'anniversario della rivolta di Reggio.
All'interno del comitato civico, nel quale sono presenti studiosi, professionisti, storici ed esponenti della sinistra, clamorosamente mancano i nomi dei protagonisti e di coloro i quali, in questi anni, hanno tenuto vivo il ricordo e tramandato i valori.
Mancano i nomi di credeva nelle proprie radici, nell'amore per la propria terra, nella lealtà della politica, di chi ritiene che quel periodo storico bisogna considerarlo come un valore per l'intera comunità reggina, da trasmettere alle nuove generazioni come esempio di reazione per un torto subito.





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