Trieste, con un corteo gli ultrà ricordano Stefano Furlan
L'otto febbraio del 1984 a Trieste si giocò al vecchio Pino Grezar la partita di andata di Coppa Italia tra la Triestina e l'Udinese. Una partita terminata con il risultato di 0-0 alla quale presero parte anche un esiguo numero di ultrà della squadra bianconera. Alla fine dei novanta minuti ci furono degli scontri, di bassa intensità, tra opposte fazioni. Stefano Furlan, giovane ventenne era un tifoso della squadra alabardata, era solito frequentare la curva si dirigeva verso la sua auto per poter tornare a casa. Alcuni poliziotti vedendo la sua sciarpa pensarono di trovarsi di fronte ad uno dei presunti protagonisti degli scontri tra opposte fazioni e fu manganellato alla testa (come evidenziato dalle fratture craniche) e portato in Questura per gli accertamenti di rito. In Questura fu interrogato e come raccontò la madre avrebbe preso altre botte. Il giorno dopo il giovane Stefano si sentì male e dopo tre settimane di coma morì. Era il 1 marzo del 1984. La sua unica colpa fu quella di essere nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Oggi a distanza di 36 anni gli ultrà della Triestina, squadra militante nel campionato di Lega Pro, la vecchia serie C per intenderci, hanno affisso in città dei manifesti nel quale è raffigurato il volto del giovane Stefano Furlan accompagnato dalla frase : " senza fede è colui che dice addio, quando la strada si fa buia, ed hanno organizzato per le ore 19,00 un corteo. Stefano Furlan al quale è dedicata la curva della Triestina, rappresenta uno dei "morti del calcio" vivo solo nella memoria dei tifosi alabardati, dimenticato dagli ultrà delle altre squadre e dai media.
"senza fede è colui che dice addio quando la strada si fa buia " e che cazzo vuol dire una frase del genere? gli ultrà della triestina avevano paura a scrivere " morto innocente x mano della polizia " ?
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