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Stormfront: 24 condanne, fino a 3 anni e 10 mesi. Più che ai fondatori dei Forum

Ventiquattro condanne con pene da uno fino a 3 anni e 10 mesi sono state inflitte dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Roma nel processo ‘Stormfront’. La sentenza è arrivata dopo sei ore di Camera di Consiglio. Le accuse contestate erano, a seconda delle posizioni, incitamento all'odio razziale, minacce, violazione della legge Mancino.
In particolare gli imputati, tra il 2011 e il 2012, hanno pubblicato sulla sezione italiana del forum 'Stormfront' post contro immigrati, ebrei e responsabili istituzionali. Fra le parti offese figurano lo scrittore Roberto Saviano e l'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini. Le condanne più gravi sono superiori a quelle inflitte ai promotori e animatori del forum.
LE CONDANNE DEI PROMOTORI - I quattro promotori del sito web Stormfront sono stati condannati anche in Cassazione nel 2016. I giudici hanno confermato le condanne a due anni e sei mesi di reclusione per Daniele Scarpino, ritenuto l’ideologo del gruppo, e a due anni e due mesi per Diego Masi, Luca Ciampaglia e Mirko Viola. Le accuse nei confronti dei 4 condannati sono di aver propagandato sul sito Stormfront incitamenti all’antisemitismo, all’odio etnico e razziale. La Cassazione ha inoltre liquidato 4.200 euro di spese legali in favore dello scrittore Roberto Saviano, 5.000 euro in favore del ministero dell’Interno e 3.500 euro per la Comunità ebraica, tutti costituitisi parte civile nel processo.
IL SECONDO ARRESTO DI MIRKO VIOLA - Lo stesso giorno in cui veniva emanata la prima sentenza di condanna,  nel giugno 213, con l’accusa di avere incitato all’odio razziale Mirko Viola, uno degli animatori del forum e militante di Forza Nuova, spedì al presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici una cartolina in cui si sosteneva che “le leggi indotte dal sangue sono superiori a quelle del diritto”. Un passo tratto dalle Elegie di Properzio piegato però ad un’ideologia antisemita e razzista. Per questo e per avere violato il divieto di comunicazione via internet il leader di Stormfront è finito nuovamente in cella dopo la revoca del regime degli arresti domiciliari.
NICOLINI - "Siamo molto soddisfatti - dice l'ex primo cittadino dell'isola siciliana -, perché è vero che non si combatte solo con la repressione, ma è importante che questi personaggi capiscano che si paga un prezzo. Io ho sempre percepito la pericolosità reale di queste persone".
"Bisogna riflettere su come arginare l’odio sul web. Fatti come questi - ha detto Nicolini, che ha assistito in aula alla lettura della sentenza - non vanno mai sottovalutati".
COMUNITÀ EBRAICA - "Accogliamo con soddisfazione la sentenza" in cui, dichiara in una nota la Comunità Ebraica di Roma, "si ribadisce che l'odio antisemita nella rete non è un crimine che può restare impunito. Non esistono zone franche per l'antisemitismo, ma pene severe da scontare".

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