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Bari, la sede di CasaPound resta ancora sotto sequestro: 30 indagati


Resta ancora  sotto sequestro la sede barese di Casapound, in via Eritrea, chiusa l’11 dicembre scorso, nell’ambito di un’inchiesta sulle aggressioni a esponenti
antifascisti, avvenute al termine del corteo anti-Salvini del 21 settembre. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso degli indagati, che chiedevano il dissequestro, e confermando i timori della procura, che avevano trovato gia’conferme nel provvedimento del gip Marco Galesi e poi in quello
del giudice del Riesame Giuseppe Battista.
I giudici hanno condiviso in pieno le tesi del procuratore aggiunto Roberto Rossi, secondo il quale nella sede di Casapound si faceva apologia del fascismo e non era escluso che da li’ potessero partire nuove aggressioni contro persone che manifestano pensieri politici di segno opposto. L’indagine parti’ dalle
aggressioni del 21 settembre, definite dai magistrati "squadriste", e coinvolse trentacinque persone. A trenta militanti di Casapound (28 maggiorenni e 2 minorenni) viene contestato il reato di apologia del fascismo, a 10 di loro
anche quello di lesioni. Nei loro confronti il pm Rossi ha firmato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Stesso provvedimento anche per cinque esponenti di estrema sinistra, accusati di minacce e violenza a
pubblico ufficiale, che furono coinvolti nei disordini della manifestazione del 21 settembre.

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