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Utero in affitto: Raggi invoca la rimozione dei manifesti. La contrarietà del sovranista Alemanno


Due uomini non fanno una madre.  Stop utero in affitto.Questo è il testo di un manifesto comparso nella giornata di martedì a Roma firmato da Pro Vita e Generazione Famiglia, associazioni tra le promotrici del Family Day nell'ambito di una campagna per il diritto dei bambini ad avere una mamma ed un papà.
Manifesti che non potevano non scatenare una nuova polemica politica sostenuta anche dal sindaco di Roma, Virginia Raggi che ha richiesto agli uffici competenti la rimozione di questi manifesti in quanto il messaggio e l'immagine veicolati dal cartellone, mai autorizzato da Roma Capitale e dal Dipartimento di Competenza violano le prescrizioni previste dal regolamento in materia di pubbliche affissioni di Roma Capitale, che vieta espressamente esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali» spiega la nota della sindaca. «La strumentalizzazione di un bambino e di una coppia omosessuale nell’immagine del manifesto offendono tutti i cittadini».
A difesa della libertà di pensiero, anche in tema di vita e di famiglia si schiera, senza se e senza ma, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, leader del Movimento nazionale per la sovranità che dichiara: ancora una volta il sindaco Raggi si mette in prima fila nella repressione del libero pensiero in tema di vita e famiglia.
Proibire, precisa il leader sovranista, come “omofobi” dei manifesti che prendono posizione su un tema ampiamente dibattuto nella vita politica, e per altro vietato dalla normativa italiana come l’utero in affitto, significa strumentalizzare un’istituzione per incidire su un delicato dibattito politico e culturale.
Nel merito, conclude Alemanno è grave che il sindaco della Capitale del Cristianesimo ancora una volta, ieri con Ignazio Marino oggi con Virginia Raggi, si schieri in maniera così dura contro valori non negoziabili come quelli della vita e della famiglia.

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