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La difesa di Giuliano Castellino: non sono mai stato condannato per reati comuni

Giuliano Castellino, storico dirigente romano di Forza Nuova e titolare di un punto vendita di integratori alimentari per soggetti affetti da celiachia ora sottoposto alla misura degli arresti domiciliari su richiesta del giudice per le indagini preliminari di Roma, ci invia una nota, a sua difesa, dove in 8 punti chiarisce la sua posizione, ricordando infine, da militante rivoluzionario, di non essere mai stato condannato per reati comuni.



Una volta si diceva che gli italiani erano un popolo di commissari tecnici, quando c'era l'Italia del calcio popolare, non c'erano i social, non c'era Facebook, quando magari ci si chiariva per strada, anche con una bella e sana scazzottata, quando, sempre e comunque, chi faceva la spia non era “figlio di Maria”.
Poi arrivò Antonio Di Pietro la cui squallida parabola, invece di insegnare agli italiani che manettari e giustizialisti sono spesso al soldo del potere e che i tribunali del popolo sono l'arma del peggior giacobinismo, trasformò troppi connazionali in un popolo di magistrati e di giornalisti, due brutte razze, quando pronte a servire il sistema, e ad attaccare chi ad esso non si piega, e non, come dovrebbero, la Giustizia e la Verità.
Per questo oggi, invece di ricevere solidarietà per un'ingiusta e faziosa detenzione, mi tocca, punto per punto, smontare le accuse che qualche nemico - sarei curioso di sapere se abbia letto atti, fascicoli o almeno gli stralci dell’inchiesta che mi riguarderebbero personalmente - vorrebbe trasformare in colpe oggettive.
Premetto che, come mio costume, parlerò solo di ciò che mi riguarda e che non toccherò gli aspetti processuali coinvolgenti persone che, oltretutto, non conosco.

Andiamo a incominciare:
Punto 1:
La società che fa riferimento a me è solo una delle tre coinvolte nell'inchiesta. L'inchiesta nel suo complesso è vecchia di alcuni anni, mentre la mia società viene aperta nel maggio 2017.

Punto 2:
Della somma di cui parlano i giornali, tutta da verificare, solo 100.000 euro riguarderebbero quella che avevo avviato.

Punto 3:
Questi soldi, però, non sono mai stati erogati alla mia società, ma solamente richiesti nell'ambito di una legittima pratica per ottenere finanziamenti di inizio attività.
La mancata erogazione di questi fondi ha portato alla prematura chiusura dei negozi nel mese di settembre 2017.

Punto 4:
Nello stesso settembre 2017 vengo arrestato per i fatti di Montecucco e da quel momento non posso più esercitare legalmente nessuna attività di gestione della società stessa.

Punto 5:
Non c'è e non c'è mai stato nessun rapporto tra la mia società e le altre coinvolte. Non conosco nessuno degli altri indagati né ho mai avuto rapporti con loro, né, tanto meno, risultano agli atti collegamenti, telefonate o relazioni di nessun tipo. Gli unici punti di contatto tra le società, se così vogliamo chiamarli, consistono nell’ aver stipulato l'atto di nascita dallo stesso notaio e aver operato nello stesso settore.

Punto 6:
Chi mi conosce, conosce bene anche il mio tenore di vita. E l'investimento fatto per avviare l'attività (affitto dei negozi, retribuzione del personale da maggio a settembre 2017, acquisto dei prodotti ecc.) è certamente superiore a quanto recuperato nei pochi mesi di attività, proprio perché non ottengo i 100 mila euro di finanziamento richiesti in conseguenza dell’arresto subito a settembre.
Punto 7:
Il mio coinvolgimento nella faccenda, che anche nel teorema accusatorio riguarda un periodo limitato e un illecito guadagno mai avvenuto entrambi corrispondenti ad un decimo dell’intero affare oggetto del procedimento, non riguarda comunque i rimborsi gluten free predisposti dal Ministero della Sanità. Io vengo sottoposto agli arresti non solo in virtù di quest’ultimo procedimento, ma perché da quando mi hanno liberato, sempre secondo loro, ho avuto una condotta che necessiterebbe di custodia cautelare.

Punto 8:
Nell'ambito della richiesta di scarcerazione che sto inoltrando al Tribunale della Libertà, a giorni avrò le motivazioni relative al mio arresto e le pubblicherò, compresa quella parte comico/drammatica dove si afferma che "vista la pericolosità sociale del Castellino sicuramente si sarebbe apprestato a commettere un crimine...".

Hanno sospeso i principi dello Stato di diritto a cui dicono di fare riferimento e, soprattutto, hanno dimenticato che NON SONO MAI STATO CONDANNATO PER REATI COMUNI.

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