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Colpire 1 Ong per educarne 100. Lo striscione di Forza Nuova a Ravenna.Insorgono Pd e Cgil

Colpire 1 organizzazione non governativa per educarne 100. Questo è il testo di uno striscione affisso dai militanti ravennati di Forza Nuova in zona stazione ferroviaria.

Uno striscione, affisso per dare il buon giorno ai partecipanti al flash mob organizzato in Darsena dal titolo Ravenna Porto Aperto che si terrà in serata.
Un palese atto provocatorio, precisa Desideria Raggi, responsabile provinciale di Forza Nuova, verso questi ridicoli saltimbanchi.
E' alquanto buffo, sottolinea Raggi, vedere come partiti ed associazioni di parte si prodighino nell’immediato quando si vedono sfumare, in pochissimo tempo, cifre da capogiro da intascare tramite il business dell’immigrazione che per anni è stato nascosto dietro i drappi della solidarietà e dell’inclusione». Una «celerità che però non vi è quando quel prossimo è il vicino di casa italiano sfrattato».
Uno striscione che non poteva non scatenare polemiche politiche sostenute dal Partito Democratico e dalla Cgil.
Fabio Sbaraglia, capogruppo del Pd, anticipa la sua presenza in Darsena e commenta così su Facebook lo striscione: «Quello che mi preoccupa non è tanto che questo striscione sia firmato da Forza Nuova. Perché anzi fino a poco tempo fa quella firma sarebbe stata di per sè stessa squalificante rispetto a qualsiasi contenuto proponesse. Quello che mi preoccupa è che il “pensiero” espresso da questo striscione corrisponde a quello di sta governando il nostro paese e, ancora peggio, corrisponde al pensiero di tante persone. È un pensiero povero, che piega l’umanità alla politica muscolare, che piega i numeri e i fatti alla propaganda. E ancor peggio è autoa ssolutorio perché pretende di trovare un colpevole (le ong??) di quella disumanità che invece sta tutta nella coscienza di chi condivide quelle parole».
Mentre la Cgil, in una breve nota, «Esprimiamo sdegno e preoccupazione per l’ennesimo grave atto di vigliaccheria alla stazione di Ravenna» con “uno slogan del passato che ci riporta alla memoria gli anni plumbei del terrorismo italiano che videro il sindacato in prima linea nella difesa dei valori democratici. Oggi come allora saremo in campo con determinazione e coerenza. Il torpore della ragione che sta caratterizzando questi nostri tempi tormentati costringe a spiegare e giustificare persino il gesto più umano e genuino che possa esistere: salvare vite di donne, uomini e bambini è un dovere morale a cui nessuno può e deve sottrarsi».

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