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Dal sodalizio con Niccolai alla corte di Berlusconi: la parabola di Altero Matteoli


(UMT) Una lunga carriera parlamentare, segnata da tante polemiche e qualche scandalo che ha scandito la sua presenza costante nei governi Berlusconi, eppure la notizia della sua scomparsa, in un incidente stradale sull'Aurelia, è stata raccolta da unanime cordoglio nella comunità politica romana. Altero Matteoli, parlamentare di lunghissimo corso, dal 1983 a oggi, ha attraversato tutte le metamorfosi della destra italiana, essendo in qualche misura un antesignano del suo rinnovamento e della fuoriuscita dalle secche del neofascismo. 
Era stato infatti eletto in Toscana alla Camera, prendendo il posto del suo leader, Beppe Niccolai, che aveva deciso di concludere anzitempo la sua avventura parlamentare dopo aver lasciato traccia di sé in una memorabile relazione di minoranza nella I Commissione Moro. Una piccola corrente di opposizione ad Almirante, che già guardava oltre e riconosceva nel dialogo con Craxi l'opportunità di ricomporre lo strappo consumato da Mussolini nel 1914 per dar vita a una rinnovata tendenza di socialismo nazionale. Una piccola corrente beffarda e coraggiosa, animata com'era da un livornese (lui) e un pisano (Niccolai): riuscirono a fare approvare al comitato centrale del Msi, nel 1988, una mozione "sociale" che riprendeva un identico testo varato dall'omologo organo del Partito comunista.

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