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Ritorno a Campo Hobbit

(G.p)Il collega Alessandro Alberti, antico collaboratore di fascinazione ed autore di Radio Alternative la destra che comunicava via etere, edito da Eclettica Edizioni dalle colonne virtuali de Il Giornale d'Italia ci racconta del ritorno a Campo Hobbit, quaranta anni dopo a Montesarchio, che fu sede del primo raduno dei giovani di "destra" organizzato dal compianto Generoso Simeone.
Articolo che riportiamo per intero.


Tra meno di un mese (dal 23 al 25 giugno) si terrà a Montesarchio il quarantennale di Campo Hobbit. Sarà un evento distribuito su tre giorni intensi, tra ricordi, proposte, musica, mostre e molto altro ancora. Non sarà dunque soltanto una celebrazione, anche se non mancheranno momenti dedicati al ricordo di molte persone che hanno fatto la storia della destra giovanile. Tra loro c’è senz’altro una figura di organizzatore intelligente, paziente, creativo, colto. Che non poteva avere altro nome che Generoso. Si tratta di Generoso Simeone che fu l'anima, il cuore e il braccio operativo di quella favolosa avventura che fu Campo Hobbit Uno, tenutosi sempre a Montesarchio nel 1977, nei giorni 11 e 12 giugno.
Questa del 2017 dunque non sarà celebrazione ma piuttosto trasposizione nell’oggi di ciò che quarant’anni fa fu un vero e proprio lancio di tematiche nuove per quel periodo: la comunicazione (attraverso le radio alternative e la musica identitaria, ma anche grafica, fumetto, fantasy e teatro), l'ecologia, la biopolitica, la questione femminile. E la volontà di andare oltre i tradizionali schemi della politica. Metapolitica dunque, che tanto successo ebbe nel riavvicinare all’ambiente tanti che se ne erano distaccati e nel coinvolgimenti di molti che per la prima volta si avvicinavano ad esso.
Ritornare a Montesarchio quindi non vuole essere un atto nostalgico ma un gesto di rinnovato entusiasmo. È l’impegno di una destra (benché il tentativo di superare la dicotomia destra - sinistra imposto dal sistema sia ancora tra gli obiettivi da centrare) che si ritrova e si confronta. Che senza velleità di protagonismo ma con la sola forza delle idee, utilizzando strumenti in parte già esistenti ed in parte nuovi (musica alternativa, intraprendenza culturale, case editrici, circuiti librari e tanto altro), si accinge a confrontarsi su nuovi progetti, volti a stabilire un proprio percorso in termini politici e sociali.
Campo Hobbit 40 è poi indubbiamente anche un'ottima opportunità per molti di presentare agli altri la propria esperienza e conseguentemente di venire a contatto con quelle degli altri. E’ proprio questo, infatti lo spirito del Campo: dare vita a una contaminazione reciproca, figlia del confronto e della condivisione.
Quello che gli organizzatori si sono proposti di realizzare è dunque un tentativo ambizioso non però privo di prudenza: ricostruire un mondo che è stato miseramente disintegrato da scelte scellerate che hanno relegato l'intera area ad un ruolo socialmente, culturalmente e politicamente marginale, privandola della sua prerogativa più importante. Ovvero l’esigenza di andare verso il popolo, intercettandone i malesseri e difendendone le necessità primarie: lavoro, tutela dei diritti (ma anche rispetto dei doveri), politiche sociali adeguate, in particolare riguardo alla famiglia e al diritto alla casa.
Da Campo Hobbit 40, con la spinta ideale di Generoso Simeone, Pietro Golia, Ruti
lio Sermonti, Teodoro Buontempo (ma anche di altri illustri protagonisti della storia della destra), partirà un nuovo progetto politico. Una pagina nuova, in cui protagonisti di ieri e di oggi uniranno le loro forze per dare vita alla vera alternativa di domani. Perché l'interrogativo lanciato ben quarant'anni fa da Generoso Simeone in uno dei suoi più appassionanti articoli su “L'alternativa” (periodico di cui era direttore) “Che fare?” si ripropone impetuoso. È ora di sciogliere questo nodo. E’ necessario ripartire con determinazione per riconquistare il nostro futuro.

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