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"Arditi Contro", solo posti in piedi per il nuovo libro del senatore Andrea Augello

Presentato oggi (12 maggio) presso la biblioteca comunale di Civitavecchia.
di Antonio Cacace.
CIVITAVECCHIA – Sala piena oggi pomeriggio per la presentazione dell’ultima fatica letteraria del senatore Andrea Augello “Arditi contro. I primi anni di piombo a Roma 1919-1923″.
Il libro offre molti spunti e motivi di riflessione e i due relatori, l’autore Andrea Augello ed il giornalista e scrittore Luca Telese in veste di moderatore, sono stati molto bravi a catalizzare, fin dalle prime battute, l’attenzione dei presenti facendoli immergere nella storia della Roma degli anni venti e in quella “pasionaria” e meno conosciuta degli Arditi.
Gli Arditi, racconta l’autore, sono giovanissimi ex combattetti della Prima Guerra Mondiale – provenienti appunto dal corpo degli arditi – che, nel 1919 a Roma, danno vita a un sodalizio politico e rivoluzionario da cui nasceranno due esperienze diversissime e antagoniste tra loro, il Fascio di combattimento romano e gli Arditi del Popolo. I “soldati politici” che giurarono di cambiare l’Italia, si trovarono ben presto l’uno contro l’altro e divisi tra fascisti e antifascisti. In queste pagine Augello fa rivivere sapientemente gli esordi del fascismo a Roma e i primi anni di piombo della Capitale che segnano la data di nascita dei partiti armati, degli attentati alle sedi nemiche, degli agguati e della guerriglia metropolitana, del terrorismo e della violenza nelle università e nelle scuole. Una storia tragica la cui scia di sangue ha attraversato il novecento segnando la vita di tre generazioni.
Particolarmente apprezzato è stato il capitolo dedicato alla Civitavecchia di quegli anni, descritta dall’autore come un luogo importante per questa storia, al centro di grandi tragedie e fatti di violenza come quelli del 19 maggio 1921 che causarono molti morti ammazzati e la conseguente e definitiva spaccatura tra gli arditi, dalla quale nacquero gli Arditi del Popolo. Significativo anche l’intervento del civitavecchiese Manlio Luciani che ha ricordato la figura del nonno, Manlio Luciani, ferroviere e ardito del popolo, rimasto sempre leale ai propri ideali e le proprie convinzioni politiche. «Mio nonno – ha raccontato Luciani hai presenti – è stato soprattutto un anarchico, un libertario che non esitò a sacrificarsi pur di opporsi al nascente Fascismo. Era poco più che ventenne all’epoca, sposato e con figli e non ha mai ucciso nessuno. Era di buona cultura ed un capo sindacale dei ferrovieri. Avrebbe potuto, per opportunismo, mettersi non una ma quattro camicie nere e far carriera comodamente ma non lo fece e, per questo, visse una vita di privazioni insieme alla sua numerosa famiglia. Anche dopo la Liberazione non chiese alcun riconoscimento per la sua militanza ma si ritirò schifato dai molti opportunisti che salirono sul carro dei vincitori. Sia ieri che oggi il suo insegnamento dovrebbe essere ripreso da chi fa invece mercimonio della politica, sia a destra che a sinistra, e pensa solo a riprodurre il proprio potere e tornaconto personale. Io li chiamo "i vampirizzati” del potere».
L’evento, che si è svolto presso la sala conferenze della Biblioteca Comunale “Alessandro Cialdi”, è stato presentato da Simona Galizia e promosso dall’associazione locale ‘Donne in Movimento’.

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