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Milano, svastiche sui muri e vernice per Ramelli: botta e risposta tra collettivi e Casapound

(G.p)Due brutti episodi di vandalismo che nulla hanno a che vedere con la politica sono capitati nell'ultimo fine settimana a Milano. Ignoti hanno imbrattato il muro del collettivo Rimake, in zona Affori, con maldestre svastiche, accompagnate da una scritta Mussolini sieg heil ed un disegno raffigurante, con molta fantasia, la tartaruga, simbolo del movimento Casa Pound, che hanno disconosciuto l'azione precisando che non è nel loro stile. D'altronde Casa Pound è tutt'ora impegnata in una serie di iniziative a favore delle popolazioni terremotate.
Altri ignoti, hanno imbrattato il murales in ricordo di Sergio Ramelli, ucciso 41 anni fa da alcuni membri di Avanguardia Operaia.
Questi due brutti episodi di vandalismo che ripeto nulla hanno a che vedere con la politica, ce li racconta, con dovizia di particolari, il quotidiano La Repubblica, con un interessante articolo che pubblichiamo per intero.




"Abbiamo appreso da fonti giornalistiche che il nome e il simbolo di CasaPound Italia sono stati utilizzati per imbrattare il muro del RiMake. Si tratta di un'azione che non ci appartiene e che, come può apparire evidente a tutti, non è nel nostro stile". Così Massimo Trefiletti, responsabile milanese di CasaPound Italia a proposito delle scritte sulla sede del collettivo, apparse nei giorni in cui l'associazione è impegnata in una serie di iniziative a favore delle popolazioni terremotate. Svastiche nere, disegni con la tartaruga simbolo di CasaPound e il nome del movimento di estrema destra erano comparsi nella notte di sabato sui muri della sede del collettivo in zona Affori, nell'ex Bnl di via Astesani 47. "Mussolini sieg Heil", una delle scritte fatte subito sparire.
CasaPound si occupa di cose più serie - sttolinea Trefiletti - stiano tranquilli quelli del RiMake che la nostra azione contro l'immigrazione incontrollata e la sostituzione del nostro popolo si svolge in termini prettamente politici, con l'affermazione di una strategia sovranista e l'impegno sociale a sostegno degli italiani. Invece di muovere accuse più o meno esplicite e cercare colpevoli morali o materiali da queste parti, il RiMake faccia un esame di coscienza su vicende come l'imbrattamento del murales di Ramelli. Fa specie, infatti, che chi ancora oggi lancia il messaggio che 'uccidere un fascista non è reato' si permetta di puntare l'indice contro altri parlando di muri, odio e ignoranza". Parole queste ultime che si riferiscono al messaggio di condanna del collettivo
Quanto alla vernice con cui è stato imbrattato il murales in ricordo di Sergio Ramelli, ucciso 41 anni fa da alcuni membri di Avanguardia Operaia, era stato sempre ieri Riccardo De Corato, capogruppo di FdI in Regione Lombardia a denunciare l'accaduto. "Ancora una volta, con grande dolore misto ad amarezza - il contenuto della sua nota - dobbiamo denunciare la viltà oltraggiosa delle mani anonime (o forse no) che hanno deturpato il murales di via Paladini, imbrattato con vernice rossa, dopo che solo pochi giorni fa era comparsa una falce e martello oltraggiosa sulla scritta che lo ricorda con affetto, senza odio e senza rancore, quella sì: Ciao Sergio. I cattivi maestri che predicavano la violenza politica e l'uccisione del nemico politico sono emulati da chi, 40 anni dopo, non accetta la pacificazione né conosce la pietà per dei morti".

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